Le culture dei Nativi mettono in discussione le basi dell’approccio scientifico alle cure

Ci sono periodi storici che interpretano, anche se con accenti specifici locali o nazionali, una medesima tendenza. Questo che viviamo appare essere all’insegna del riconoscere le differenze. Nella forte divaricazione imposta dalla polarizzazione, degli interessi geopolitici, linguistici, nazionali e financo delle posizioni politiche, emerge un’esigenza potente di

riconoscere le differenze tra popoli e tradizioni. Si potrebbe pensare che la scienza è invece trasversale e attecchisce ovunque allo stesso modo, almeno laddove le condizioni economiche lo consentano. Niente di più sbagliato. Il mondo scientifico è progressivamente attraversato da fratture interne, da balbettii dovuti al senso di colpa di essersi imposta in modo “coloniale”, casomai ne parlo una prossima volta, che si accompagnano a vere e proprie esternazioni di modi di funzionare fino a poco tempo fa impensabili. Tutto questo procede sotto l’ombrello dell’etica. Etica che impone il riconoscimento della diversità, meglio, delle diversità visto che sono un numero continuamente crescente. La frattura interna al mondo scientifico tradizionale è talmente lacerante che arriva a mettere in discussione il suo elemento fondante, il metodo. Il metodo scientifico quello che basa le conoscenze sulla raccolta dei dati e sulla loro verificabilità e falsificazione. Ed arriva a scuotere il sapere finora depositato nei campi della prevenzione e persino della cura. In teoria si arriverebbe alla conclusione che medesime patologie richiedono cure diverse a seconda del dove si effettuano e su chi le riceve. Non ci sia, lo prego, chi subito si barrica dicendo, ma questo è ovvio. Noi da anni facciamo già l’adattamento ai pazienti che provengono da altri continenti o da altre lingue. No, Sto parlando di qualcosa di molto più radicale; qualcosa di impensabile per chi ha una formazione scientifica….occidentale. Prima di proseguire racconto un piccolo aneddoto. Conosco costui in un congresso internazionale. Lui è professore a Harvard; racconta di cosa succede in alcune tribù di Nativi quando un loro membro ha un diabete o l’alcolismo o è obeso. Mi sembra di vedere i “giornalini” che sfogliavo da bambino. Invece no, lo fanno col beneplacito e il supporto dell’accademia delle scienze e coi finanziamenti del governo. Un governo non solito a profondere denaro in assistenza sanitaria, quello degli US. Eppure lo fanno perché quelle cure hanno dato evidenza di efficacia.

Infatti il Memorandum “scientifico” (continuo a mettere la parola tra virgolette perché sta prendendo un senso diverso da come ha significato da secoli, più o meno dal Seicento) scrive che

La pratica basata sull'evidenza e la sua influenza sulla politica e sul finanziamento della salute è il paradigma per i governi e i servizi sanitari. Essi si basano sulla ricerca scientifica che raccoglie dati in particolare da studi randomizzati e controllati (si chiamano, RCT) che sono il gold standard per la valutazione degli interventi. Ma, e qui cominciano le critiche più pesanti, i campioni di studio raccolti nella stragrande maggioranza degli RCT provengono da popolazioni europee e americane che …..non hanno studiato l'impatto del trattamento sulle popolazioni indigene.

I Nativi obiettano sul principio di trasferibilità di un trattamento e negano la dimensione degli esiti terapeutici positivi! Le terapie effettuate con popolazioni europee o americane non ottengono gli stessi risultati de applicate a popolazioni indigene.

Questo approccio rivoluzionario non sta attecchendo in tutti i campi della salute. Almeno per il momento. Infatti i Nativi americani operano questa scelta solo, si fa per dire, per patologie come l’obesità, l’alcolismo, la tossicodipendenza, l’ipertensione e il diabete. Per esse chi opera coi Nativi si chiede se i risultati della ricerca scientifica siano applicabili a quelle comunità minoritarie. Badate bene, per chi opera con i Nativi non intendo la fattucchiera o il pescivendolo. Intendo i professionisti della salute, i medici, gli psichiatri, gli psicologi.

Dopo le critiche ai modelli di cura dominanti, vediamo adesso la parte positiva, i principi e i metodi cui si rifanno. I servizi di successo (tutti ambiamo ad ottenere il successo terapeutico) per le popolazioni indigene supportano lo sviluppo dell'intera persona con un'enfasi sul contesto della comunità indigena. Anziché considerare la salute della persona scissa in mente e corpo, la salute e il benessere della persona si basano sull'equilibrio interattivo tra gli aspetti mentali, emotivi, fisici, spirituali, sociali e ambientali della vita.

Anziché considerare efficaci i risultati che hanno di evidenza da indicatori biologici o comportamentali, il concetto di prova indigeno si basa su fattori ambientali e culturali locali.

Anziché i numeri o i marker si rifanno a descrizioni qualitative del miglioramento.

Anzichè la evidence based medicine, EBM, si rifanno alla evidence based practise, EBP.

Le prove di efficacia sono espressi dalla comunità locale e familiare. Bisogni terapeutici e di guarigione degli individui e delle famiglie sono integrati.

I professionisti EBP attingono per le loro pratiche cliniche dalla intera gamma di servizi: e metodi locali. Ivi compresi l’arte nativa, i riti, le erbe medicinali. Presi singolarmente, ciascuno di questi singoli componenti del programma terapeutico potrebbe non essere efficace, ma insieme forniscono una potente medicina.

Per molti indigeni, la spiritualità è intimamente legata all'ambiente in cui vivono le persone. Per alcuni popoli indigeni, la terra è il fulcro di tutta la spiritualità e questa relazione dello spirito con la terra è centrale. La religione è un aspetto molto importante della spiritualità e molti indigeni trovano grande conforto nei rituali della religione organizzata. Molte comunità di nativi usano la spiritualità e la religione come fulcro della guarigione. Infine un altro importante ingrediente è la lingua. Le vite cambiano attraverso il potere silenzioso della lingua indigena. Il potere del linguaggio si manifesta su due livelli, il primo è suono, il secondo, e più sottile, livello è il significato culturale della lingua indigena.

Insomma stiamo vivendo un periodo in cui è messa in discussione la base dell’approccio scientifico.