è partito il gruppo italiano,
Da sei anni si celebra la Giornata Mondiale d'Azione sui Disturbi Alimentari, (World Eating Disorders Day). Sempre più persone, associazioni e movimenti sostengono questa iniziativa anno dopo anno in tutto ilo mondo.
Il tema centrale di questo anno è: “Eliminare i pregiudizi e sostenere le famiglie”.
"Breaking Bias" non solo mette in discussione la disinformazione (come miti e stereotipi), ma ci fa anche riflettere sui presupposti consci o inconsci che potremmo avere, anche come professionisti o attivisti.
Servono più narrazioni, narrazioni più inclusive, più informate e più compassionevoli, non solo nello spazio pubblico o sui media, ma anche nei sistemi di cura delle persone con disturbi alimentari.
Questo tema dà lo spazio per mettere in discussione le convinzioni, dare voce a storie che spesso rimangono inascoltate e riconoscere le famiglie come agenti attivi del cambiamento.
I pregiudizi danneggiano tutti: individui, famiglie e intere comunità.
Dobbiamo lavorare per trasformare questo danno in azione positiva: come eliminare i pregiudizi costruendo ponti e rafforzando le voci di chi soffre.
Dobbiamo agire insieme come un'unica entità per sfidare lo stigma e chiedere un cambiamento.
Vogliamo che questo messaggio raggiunga istituzioni, i governi nazionale, regionali, locali, i sistemi sanitari e sociali, i decisori.
Un logo unitario riconoscerà tutte le iniziative del WEDD. Lo riceverete.
In Italia abbiamo un movimento crescente attorno al 15 marzo. Quest’anno è stato un grosso successo. Il 2 giugno possiamo allargare la campagna di informazione, sensibilizzazione e prevenzione in una visione globale e condividere il tema in un coinvolgimento internazionale.
Mettiamo al centro la narrazione, in particolare le voci delle famiglie, delle comunità sottorappresentate e l'esperienza vissuta dalle persone, dai pazienti e dagli operatori.
Puntiamo a portare il messaggio nelle scuole, nelle università, nella formazione medica e negli spazi pubblici, nei giornali e sui media.
La leadership del WEDD è di Amy Cunnhingam e Eva Trujillo, ma il movimento appartiene a tutti noi. Questo è un invito a unirsi al comitato internazionale e a contattare altre persone che possano contribuire alla sensibilizzazione, alla comunicazione, alla diffusione delle conoscenze, all'azione locale.
So che tutti noi abbiamo carichi di lavoro e responsabilità pesanti, ma so anche che condividiamo la stessa passione per realizzare il cambiamento. Non da soli, ma insieme.
Come in passato, è fondamentale che possiamo sentirci uniti attorno al tema e con un forte invito all'azione, che possa avere risonanza sia locale che globale.
Nel nostro Paese si festeggia la sua Festa Nazionale giusto il 2 giugno. Possiamo fare iniziative attorno alla data o, meglio, nella stessa data casomai ingaggiando Autorità nazionali o locali.
Per organizzarci faremo una call il 2 maggio h18.
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aggregati
Mente - cervello - relazioni in una prospettiva neurobiologica interpersonale.
Temi crucuiali sono la memoria l'attaccamento, le emozioni.
Gli stati della mente, il vissuto, che definisce il livello di salute, di coesione, di psicosintesi dovremmo dire, dell'esperienza soggettiva e all'interno dei sistemi di relazione complessa.
La elaborazione delle informazioni e come si definisca la realtà; che cosa sia per noi la realtà, la suggestione nelle connessioni interpersonali e nei processi integrativi
La mente è un processo incarnato e relazionale che regola i flussi di informazioni e di energia.
La mente si crea all'interno di processi neurofisiologici ed esperienze relazionali. In altre parole la mente è un processo che emerge dal sistema nervoso esteso a tutto l'organismo e dai pattern di comunicazione che si instaurano nelle nostre relazioni con gli altri, con l'Altro.
Aspetto centrale della mente umana è un processo incarnato e relazionale che regola flussi di energie di informazioni all'interno del cervello ma anche fra cervelli diversi.
Lo sviluppo delle strutture e delle funzioni cerebrali dipende dalle modalità con cui le esperienze, specialmente quelle legate alle relazioni interpersonali, influenzano i programmi di maturazione geneticamente determinati del sistema nervoso.
Se consideriamo le basi fisiche della vita mentale i dati neuroscientifici spiegano la correlazione fra strutture e funzioni del cervello e ci forniscono indicazioni su come le esperienze influenzano i processi della mente modificando l'attività e la struttura delle connessioni sinaptiche che collegano le cellule nervose.
Le esperienze plasmano i circuiti responsabili dei processi della memoria, delle emozioni e della consapevolezza.
La mente non deriva unicamente dalle attività di un sistema nervoso isolato, ma ha origine sia da funzioni neurali interne sia da processi condivisi di comunicazione.
Spesso mente e cervello sembrano essere entità separabili o equiparabili ma nel campo della ricerca neuroscientifica non vi è distinzione fra vita mentale e attività cerebrali.
Questo libro però chiarisce che i processi mentali emergono da funzioni neurali nell'intero organismo non solo dal cervello all'interno del cranio ma in tutte le parti del corpo e da processi relazionali non quindi solo dal sistema nervoso del sé corporeo la mente è incarnata e perciò i nostri Sè individuali dipendono da altre persone con cui ci correliamo.
Quando qualcuno ci parla, la sua voce induce nell'aria un flusso di energia cinetica i nostri timpani rispondono allo stimolo creando un flusso di energia elettrochimica che si muove lungo i nervi acustici che poi si diffonde all'interno dei circuiti neurali del cervello, il segnale è propagato da ioni che attraversano la membrana plasmatica dei neuroni coinvolti e dal rilascio di neurotrasmettitori nelle loro connessioni.
Se i pattern di eccitazione così generati corrispondono a profili appresi in precedenza questi flussi di energia hanno un valore informativo e possiamo capire ciò che ci è stato detto e quindi stiamo imparando.
Informazioni sono pattern di energia che hanno un significato simbolico, Gazzaniga 2004.
Mente e cervello e relazioni interpersonali non sono elementi separati ma facce della stessa medaglia.
Momenti di deprivazione materna anche brevi hanno effetti neuroendocrini ed epigenetici significativi sulle successive capacità di reazione ad eventi stressanti.
Nell'esistenza quotidiana dall'integrazione emergono vitalità e armonia.
Un sistema che collega fra loro parti differenziate si muove come un coro verso l'armonia di uno stato integrato, ma in assenza di integrazioni si producono caos, rigidità o entrambi e ansia.
Una relazione integrata è una relazione sana.
Dagli studi sulla neuroplasticità deriva un altro dato, le modalità con cui apprendiamo a focalizzare la mente possono cambiare il cervello, cambiare la neurobiologia al punto che possiamo perciò parlare di una biologia neurale interpersonale, una neurobiologia sociale.
Le nostre esperienze interne sono processi costruttivi.
Il cervello è un sistema complesso di parti interconnesse è costituito da oltre 100 miliardi di neuroni che allineati sarebbero lunghi nell'insieme più di tre milioni di chilometri.
Le strutture inferiori comprendono i circuiti del tronco cerebrale alla base del cranio che controllano i processi fisiologici fondamentali come la respirazione, la regolazione della temperatura corporea, la frequenza del battito cardiaco, gli stati di arousal, di vigilanza. Cluster di neuroni in questa regione sono implicati nelle reazioni attacco, fuga, congelamento secondo la teoria polivagale di Porges, 2011.
Al centro del cervello si trovano le regioni limbiche che svolgono un ruolo cruciale nel coordinare le attività di varie aree cerebrali.
Le strutture superiori come la corteccia cerebrale sono sede di funzioni relativamente più complicate quali la percezione, il pensiero e il ragionamento.
L'idea affascinante che emerge dall'approccio multidisciplinare della neurobiologia interpersonale è che la regolazione deriva dalla esperienza relazionale.
La memoria
la memoria non è solo ciò che possiamo ricordare consciamente del passato; secondo una definizione molto più ampia è l'insieme dei processi con cui gli eventi del passato influenzano le nostre risposte future.
Le esperienze precoci modellano il nostro modo di comportarci e di avere rapporti con gli altri, anche se non siamo in grado di ricordare quando queste prime esperienze di apprendimento. Le cosiddette memorie implicite o memorie corporali (Ferrari, Ammanniti, 2021).
La memoria non è una entità statica ma un insieme di processi.
I neonati percepiscono l'ambiente che li circonda fin dai primi giorni di vita (già durante la gestazione).
Bambini anche molto piccoli sono capaci di avere ricordi di esperienze precedenti che si manifestano in termini di apprendimento comportamentale percettivo somato-sensoriale ed emozionale.
Gli esempi di queste forme di memoria sono numerosi e mostrano come i bambini siano estremamente attivi nell'imparare dal loro mondo. Già nelle prime fasi della loro esistenza sono in grado di girare la testa in risposta a uno stimolo appreso, di percepire immagini e anche di correlarle ad altre sensazioni di natura tattile o uditiva.
Se vengono spaventati da un forte rumore associato con un particolare giocattolo per esempio è possibile che in seguito reagiscano alla vista di tale giocattolo in maniera emotiva.
Questo genere di ricordi costituisce quella che viene definita come memoria implicita. Questi ricordi quando vengono richiamati non sono accompagnati dalla sensazione interna di stare ricordando qualche cosa; vedendo il giocattolo incriminato il bambino non pensa ah adesso mi ricordo quella cosa ha fatto un brutto rumore magari lo farà di nuovo, ma si mette semplicemente a piangere e a urlare.
Le associazioni neuronali descritte dell'assioma di Hebb collegano automaticamente l'input visivo generato dal giocattolo a una risposta emozionale di paura.
da Siegel Daniel J. La mente Relazionale. Neurobiologia della esperienza interpersonale. Raffaello Cortina editore.2013
Kadare Ismail, Aprile spezzato, La nave di Teseo, seconda edizione, 2021
Un libro travolgente. Scritto in maniera efficacissima. Profonda.
Ottiero Ottieri, L'irrealtà quotidiana, Bompiani, 1966.
Un romanzo, una storia clinica? Le 2 cose messe assieme. Dalla psicanalisi.
Ironico a suo modo e saggio, sottolinea