Mente - cervello - relazioni in una prospettiva neurobiologica interpersonale.

Temi crucuiali sono la memoria l'attaccamento, le emozioni.

Gli stati della mente, il vissuto, che definisce il livello di salute, di coesione, di psicosintesi dovremmo dire, dell'esperienza soggettiva e all'interno dei sistemi di relazione complessa.

La elaborazione delle informazioni e come si definisca la realtà; che cosa sia per noi la realtà, la suggestione nelle connessioni interpersonali e nei processi integrativi                              

La mente è un processo incarnato e relazionale che regola i flussi di informazioni e di energia.

La mente si crea all'interno di processi neurofisiologici ed esperienze relazionali. In altre parole la mente è un processo che emerge dal sistema nervoso esteso a tutto l'organismo e dai pattern di comunicazione che si instaurano nelle nostre relazioni con gli altri, con l'Altro.

Aspetto centrale della mente umana è un processo incarnato e relazionale che regola flussi di energie di informazioni all'interno del cervello ma anche fra cervelli diversi.

Lo sviluppo delle strutture e delle funzioni cerebrali dipende dalle modalità con cui le esperienze, specialmente quelle legate alle relazioni interpersonali, influenzano i programmi di maturazione geneticamente determinati del sistema nervoso.

Se consideriamo le basi fisiche della vita mentale i dati neuroscientifici spiegano la correlazione fra strutture e funzioni del cervello e ci forniscono indicazioni su come le esperienze influenzano i processi della mente modificando l'attività e la struttura delle connessioni sinaptiche che collegano le cellule nervose.

Le esperienze plasmano i circuiti responsabili dei processi della memoria, delle emozioni e della consapevolezza.

La mente non deriva unicamente dalle attività di un sistema nervoso isolato, ma ha origine sia da funzioni neurali interne sia da processi condivisi di comunicazione.

Spesso mente e cervello sembrano essere entità separabili o equiparabili ma nel campo della ricerca neuroscientifica non vi è distinzione fra vita mentale e attività cerebrali.

Questo libro però chiarisce che i processi mentali emergono da funzioni neurali nell'intero organismo non solo dal cervello all'interno del cranio ma in tutte le parti del corpo e da processi relazionali non quindi solo dal sistema nervoso del sé corporeo la mente è incarnata e perciò i nostri Sè individuali dipendono da altre persone con cui ci correliamo.

Quando qualcuno ci parla, la sua voce induce nell'aria un flusso di energia cinetica i nostri timpani rispondono allo stimolo creando un flusso di energia elettrochimica che si muove lungo i nervi acustici che poi si diffonde all'interno dei circuiti neurali del cervello, il segnale è propagato da ioni che attraversano la membrana plasmatica dei neuroni coinvolti e dal rilascio di neurotrasmettitori nelle loro connessioni. 

Se i pattern di eccitazione così generati corrispondono a profili appresi in precedenza questi flussi di energia hanno un valore informativo e possiamo capire ciò che ci è stato detto e quindi stiamo imparando.

Informazioni sono pattern di energia che hanno un significato simbolico, Gazzaniga 2004.

Mente e cervello e relazioni interpersonali non sono elementi separati ma facce della stessa medaglia.

Momenti di deprivazione materna anche brevi hanno effetti neuroendocrini ed epigenetici significativi sulle successive capacità di reazione ad eventi stressanti.

Nell'esistenza quotidiana dall'integrazione emergono vitalità e armonia.

Un sistema che collega fra loro parti differenziate si muove come un coro verso l'armonia di uno stato integrato, ma in assenza di integrazioni si producono caos, rigidità o entrambi e ansia.

Una relazione integrata è una relazione sana.

Dagli studi sulla neuroplasticità deriva un altro dato, le modalità con cui apprendiamo a focalizzare la mente possono cambiare il cervello, cambiare la neurobiologia al punto che possiamo perciò parlare di una biologia neurale interpersonale, una neurobiologia sociale. 

Le nostre esperienze interne sono processi costruttivi. 

Il cervello è un sistema complesso di parti interconnesse è costituito da oltre 100 miliardi di neuroni che allineati sarebbero lunghi nell'insieme più di tre milioni di chilometri. 

Le strutture inferiori comprendono i circuiti del tronco cerebrale alla base del cranio che controllano i processi fisiologici fondamentali come la respirazione, la regolazione della temperatura corporea, la frequenza del battito cardiaco, gli stati di arousal, di vigilanza. Cluster di neuroni in questa regione sono implicati nelle reazioni attacco, fuga, congelamento secondo la teoria polivagale di Porges, 2011.

Al centro del cervello si trovano le regioni limbiche che svolgono un ruolo cruciale nel coordinare le attività di varie aree cerebrali.

Le strutture superiori come la corteccia cerebrale sono sede di funzioni relativamente più complicate quali la percezione, il pensiero e il ragionamento.

L'idea affascinante che emerge dall'approccio multidisciplinare della neurobiologia interpersonale è che la regolazione deriva dalla esperienza relazionale.

La memoria

la memoria non è solo ciò che possiamo ricordare consciamente del passato; secondo una definizione molto più ampia è l'insieme dei processi con cui gli eventi del passato influenzano le nostre risposte future.

Le esperienze precoci modellano il nostro modo di comportarci e di avere rapporti con gli altri, anche se non siamo in grado di ricordare quando queste prime esperienze di apprendimento. Le cosiddette memorie implicite o memorie corporali (Ferrari, Ammanniti, 2021).

La memoria non è una entità statica ma un insieme di processi.

I neonati percepiscono l'ambiente che li circonda fin dai primi giorni di vita (già durante la gestazione).

Bambini anche molto piccoli sono capaci di avere ricordi di esperienze precedenti che si manifestano in termini di apprendimento comportamentale percettivo somato-sensoriale ed emozionale.

Gli esempi di queste forme di memoria sono numerosi e mostrano come i bambini siano estremamente attivi nell'imparare dal loro mondo. Già nelle prime fasi della loro esistenza sono in grado di girare la testa in risposta a uno stimolo appreso, di percepire immagini e anche di correlarle ad altre sensazioni di natura tattile o uditiva.

Se vengono spaventati da un forte rumore associato con un particolare giocattolo per esempio è possibile che in seguito reagiscano alla vista di tale giocattolo in maniera emotiva.

Questo genere di ricordi costituisce quella che viene definita come memoria implicita. Questi ricordi quando vengono richiamati non sono accompagnati dalla sensazione interna di stare ricordando qualche cosa; vedendo il giocattolo incriminato il bambino non pensa ah adesso mi ricordo quella cosa ha fatto un brutto rumore magari lo farà di nuovo, ma si mette semplicemente a piangere e a urlare.

Le associazioni neuronali descritte dell'assioma di Hebb collegano automaticamente l'input visivo generato dal giocattolo a una risposta emozionale di paura. 

da Siegel Daniel J. La mente Relazionale. Neurobiologia della esperienza interpersonale. Raffaello Cortina editore.2013