Cottarelli Carlo. Senza giri di parole, Strade blu, Mondadori, 2025.

 

Il titolo è attrattivo.

In un'epoca in cui si susseguono talk show politici ripetitivi e ammorbanti, e assolutamente inconcludenti, affrontare i temi cruciali del vivere civile, senza giri di parole è veramente un altro bel metodo. Più onesto, più rispettoso, più colto, meno parolaio, astioso e pieno di pregiudizi.

Nonostante ciò il libro si presenta con delle importanti lacune, il che mette anche in luce in trasparenza un modo

disomogeneo di vedere i problemi probabilmente a causa delle competenze dell'autore.

Il libro è probabilmente scritto in un batter d'occhio; ha anche delle vistosissime cadute qualitative, come quando, a pagine 114 scrive che “il reddito pro capite di Italia Francia e Germania, è rispettivamente di 13, 12, 11 volte superiore a quello medio dell'Africa, subsahariana”. Dal che il lettore dovrebbe supporre che l'Italia goda di un reddito medio più elevato sia della Francia che della Germania.

Magari così fosse! Ma in realtà Cottarelli in altre parti del libro mette bene invece in chiaro che l'Italia ha una condizione di maggiore, se si può dire così, povertà di Francia e Germania.

Probabilmente il libro scritto d’acchito senza un'attenta revisione lo fa inciampare in affermazioni del genere.

Dicevo però della forte disomogeneità di approfondimento dei contributi tra i vari argomenti. In certe materie Cottarelli è davvero forte, in altre ripete il tam-tam del mainstream.

Inoltre dopo aver analizzato le questioni che occupano, ognuna, un capitolo, a volte accenna a soluzioni ragionevoli. Altre volte scade in affermazioni generali e stucchevoli come quella relativa alla questione dell'immigrazione.

Dopo aver fatto una disamina sulla quantità e sulla qualità della risorsa umana in arrivo comparato con le esigenze di rinforzo della forza lavoro nazionale che scema progressivamente, arriva nelle proposte (?) a osservazioni di una banalità assoluta.

Scrive: “Il problema dell'integrazione di culture diverse rimane pure rispetto ai migranti che arrivano con un permesso d'ingresso di lavoro regolare anche se probabilmente non nelle forme più acute, che si registrano in caso di immigrazione irregolare”. Ma toh! Che strano! Scrive poi ancora tra le soluzioni (?) cose improponibili. Dopo una critica per il Piano dell'Unione Europea che rimane incompleto rispetto a questioni fondamentali si inerpica su critiche impegnative: come scoraggiare le partenze irregolari e come programmare per ogni paese un piano di flusso regolare. Questi problemi restano, ci avverte Cottarelli. Verrebbe voglia di dire, rimarranno finchè Cottarelli non scriverà che bisogna scoraggiare gli arrivi irregolari e programmare i flussi regolari.

Sulla  questione demografica si capisce che l'ottica si restringere al piano nazionale, perché nonostante la titolo del libro tuoni, senza giri di parole, non dice le cose dure e vere anche se poco politically correct. La causa di inquinamento principale deriva dal fatto che siamo un numero di abitanti, elevatissimo, per la Terra. Quindi per fare tornare i conti di Cottarelli bisognerebbe che calassero, e di molto, gli abitanti sulla Terra ma crescesse la nostra micro quota nazionale.

Mettere assieme incremento della natalità in Italia e controllo dell’inquinamento planetario è possibile solo con uno strabismo visivo diplopico.

Il libro invece è veramente pregevole relativamente alla spiegazione degli andamenti di bilancio del nostro paese; lì si vede che Cottarelli è un fenomeno. Questo mi sembra un capitolo cruciale che serve per dare una consapevolezza politica e culturale, alla popolazione in generale e, in particolare, a quella che si sta formando perché fa comprendere chiaramente i limiti dell'approccio politico che si è avuto negli ultimi venti anni.

Descrive motivi, manovre e effetti senza infingimenti riconoscendo meriti e demeriti indipendentemente dal fatto che un governante fosse appartenente ad uno schieramento oppure all'altro.

Altrettanto meritevole, anche se di qualità leggermente inferiore, è il capitolo relativo alla burocrazia, l'altro grande problema che danneggia la nostra comunità.

L'intento di applicare le regole, attraverso codici burocratici, porta all'effetto della paralisi e dell'imbarbarimento. Quindi ottiene l'effetto opposto rispetto all'intenzione originaria.

Lo vedo bene nel settore sanitario in cui la progressiva regolamentazione irrigidita da una etica formale porta a perdere di vista i bisogni, concreti fisici e mentali delle persone, per rispettare le procedure: l’operazione è andata bene, ma il paziente è morto. Speriamo non accada altrettanto all’Italia e all’Europa soffocata dai codici delle burocrazie.