Stiamo vivendo un’epoca di straordinari cambiamenti. La rivoluzione tecnologica e delle comunicazioni, oltre ai cambiamenti dei mercati della finanza e del lavoro, provocano radicali mutazioni degli stili di vita individuali e di gruppo. Nessuno è preparato alle nuove emergenze. Stiamo vivendo un’epoca di apprendimenti in tutti i campi: imparare ad essere genitori oggi, a stabilire relazioni significative, a rispettare l’ambiente, a riorganizzare la vita, a crescere.

Dobbiamo re-imparare a vivere se vogliamo rispettare l’ambiente, se vogliamo fare scelte economicamente sobrie e sagge, rispettare il consumo di energie, mangiare in modo sobrio, allevare i figli in questo trasformato panorama, ma anche imparare in epoca di internet, usare i nuovi media. Sembra che non si sappia più fare niente: tutto o quasi, va ripensato.

Sono condizioni inedite che possono entusiasmare oppure spaventare: ciò dipende molto dalle basi culturali e dallo stato dell’umore di ciascuno. Inevitabile comunque che tutti ne risultino coinvolti e che molti vadano in crisi. Ci vuole un impegno importante e faticoso. Ma che può dare molta soddisfazione.

Fin dai primi anni, i bambini sono ossessionati con i giochi per il computer. Oggi i bambini fin dalla più tenera età sono molto attratti dalle nuove tecnologie, il che è abbastanza normale. Essi sono nativi digitali e in tutti quegli strumenti trovano risposte alle loro ricerca di libertà e di sé. Quegli strumenti sono portentosi; sarebbe sciocco opporsi per principio, sono ubiquitari e rappresentano una grande ricchezza cognitiva.

I genitori però sono spesso sopraffatti, non capiscono, non ci sanno fare o non hanno tempo e perciò sono tentati di lasciare i loro bambini “insieme” a questi strumenti, come se fossero moderne baby-sitter.

Credendo che non possa che essere utile per lo sviluppo dei loro ragazzini o non avendo la forza di opporsi alle loro proteste, i genitori in genere non impongono alcun limite o regola quando i bambini cominciano a giocare con questi dispositivi. Spesso perciò succede che questi bambini abbiano un uso eccessivo di queste tecnologie, il che non è evidentemente positivo.

Computer, tablet, smartphone … possono essere un semplice intrattenimento, ma quando diventano dipendenza, creano squilibri nei bambini. Alcuni diventano dipendenti. Troppo tempo trascorso davanti allo schermo può avere come influenza sul comportamento del bambino riducendo l’empatia, creandogli difficoltà a comunicare con gli altri e dandogli problemi di attenzione …

Trascorrere diverse ore al giorno davanti ad uno schermo può avere come effetto negativo ridurre le capacità relazionali dei bambini. Con la TV sempre accesa diventao spettatori passivi. Non interagiscono tra loro.

E’ tutto tempo prezioso perso e che avrebbe potuto essere investito per aiutare la costruzione di abilità sociali. La dipendenza dalle tecnologie a poco a poco comporta la necessità di passare sempre più tempo davanti allo strumento preferito o alla app selezionata, fino a determinare l’incapacità a fermare questa attività. Ricordo ad esempio un genitore che subì le angherie furibonde del figlio che non voleva gli staccasse il router; era venuto da me per chiedere che curassi il figlio. Ma non voleva dirgli che era venuto a chiedere aiuto: temeva nuove sfuriate dal figlio. Un’altra coppia di genitori non riusciva più a fare neppure una piccola scampagnata: il figlio doveva rimanere incollato alla rete per sapere cosa dicevano i suoi amici. Di casi ce ne sono tanti; ne parleremo. Intanto rendiamoci conto che senza rendersene ben conto certi ragazzi finiscono per gioco col diventare dipendenti. Che il fenomeno sia delicato lo dimostra anche la ricerca che sta conducendo il professor Rubichi all’università a Reggio.

Necessariamente tutto ciò accade a spese di altre attività. Il ragazzino così abbandona altri hobby o attività sportive, trascura gli amici o non fa i compiti e va male a scuola. Progressivamente si desocializza. Ma la dipendenza è anche accompagnata da cambiamenti psicologici e dell’umore, può formarsi una sensazione come di vuoto e di confusione, possono sorgere comportamenti aggressivi, diventare molto irritabili o può dire bugie, tante bugie.

Ma ci sono anche conseguenze fisiche, come ad esempio disturbi del sonno o dell’alimentazione, oppure emicrania, mal di schiena, reazioni dermatologiche o respiratorie ……..eccetera.

Per evitare questo, i genitori dovrebbero fissare regole. Devono mantenere il controllo, dimostrare che sono loro che decidono. Prima di ogni utilizzo, è necessario dire quanto tempo il bambino può giocare con il suo apparecchio.

Bisogna saperlo dire con pazienza e con convinzione affinché il ragazzino stesso si identifichi: ci si aspetta che dica “Va bene, ho capito”.

E’ raccomandabile che avvenga un utilizzo condiviso in forma di gioco in modo da rimanere con il bambino quanto più possibile. La presenza dei genitori è spesso necessaria per accompagnare il bambino alla scoperta del mondo virtuale. Si dovrebbe anche chiedere al bambino di giocare con il suo strumento unicamente in salotto o in una stanza dove c’è almeno un’altra persona in modo da evitare quelle lunghe sessioni che accadono in certe famiglie nel chiuso di una stanza e per giunta da soli.

Il mondo virtuale separa il bambino dal mondo reale. Essere soli nella stanza aumenta l’effetto di isolamento. Bisognerebbe vietare l’uso delle nuove tecnologie la sera prima di dormire, perché eccitano troppo e potrebbero danneggiare il sonno.

I genitori inoltre devono ricordare che sono un modello per i loro bambini. Il loro stile di vita forma le basi di quello del loro bambino. Leggere, fare sport, passare il tempo con la famiglia e con gli amici, uscire, fare giochi di società con i bambini. Tutte le attività saranno un esempio per il bambino. Quanto più si è passivi come educatori e tanto più le nuove tecnologie sostituiscono il genitore.

Umberto Nizzoli