Verona 18.10.2013, Aula Magna del Policlinico GB Rossi

Le benzodiazepine (BZD) sono un numeroso gruppo di farmaci ampiamente usati in tutte i campi della medicina; introdotte più di 50 anni fa sono state ampiamente prescritte soprattutto per trattare i disturbi ansiosi e l’insonnia. L’opinione che le considerava tra i farmaci più sicuri della farmacopea ha iniziato ad entrare in crisi già negli anni settanta, con la descrizione dei primi casi d’abuso e dipendenza, senza però che queste segnalazioni, sempre più numerose e documentate, riuscissero a limitarne la prescrizione e la loro diffusione. Una quota rilevante di questi farmaci sfugge inoltre alla prescrizione medica, trovando nella concessione senza regolare ricetta la propria fonte di approvvigionamento. E’ interessante notare inoltre che, mentre sono disponibili dati adeguati sul consumo di BZD nella popolazione, sono del tutto assenti dati che indaghino l’abuso di tali farmaci nonostante restino saldamente in testa alle vendite per numero di pezzi in tutta Europa.

Possiamo identificare almeno tre situazioni diverse con le BZD. Nella situazione più comune vengono usate a dosi moderate ed in modo intermittente, evitando in questo modo la dipendenza; vi è poi la frequente situazione di quanti assumono costantemente, spesso per curare l’insonnia, una BZD restando però sempre nell’intervallo delle dosi consigliate dal foglietto illustrativo, sviluppando spesso una farmacodipendenza ma non tolleranza. Vi è poi la situazione in cui, per motivi diversi, si innesca un meccanismo di tolleranza per cui la persona assume il farmaco con
una frequenza sempre maggiore.

La tendenza ad aumentare progressivamente le dosi di farmaco, fino a raggiungere quantitativi esagerati, nasce dalla combinazione intrinseca di 2 fattori: la tendenza a dare tolleranza, unitamente alla scarsa tossicità tipica delle BZD.

Una persona dipendente da alte dosi di BZD comincia a perdere lentamente il controllo della sua vita, che finisce per essere gestita in base al farmaco.

I soldi spesi per l’acquisto aumentano progressivamente, fino a raggiungere cifre importanti. Il lavoro, la famiglia, la vita sociale ne risentono pesantemente. Reperire il farmaco in ogni modo è un bisogno primario, di conseguenza si comincia a chiederne la prescrizione a medici differenti, a falsificare le ricette, a rubarle sul posto di lavoro, se si esercita in ambito sanitario, situazione non certo infrequente.

La sindrome d’astinenza dalle BZD è caratterizzata da una serie di sintomi e segni tipici, che cominciano a manifestarsi entro qualche ora o qualche giorno dalla sospensione del farmaco; sono sintomi frequentemente molto mal tollerati dai pazienti e potenzialmente gravi.

Per discutere di tutto questo, abbiamo pensato ad un convegno, anomalo sotto molti aspetti:
perché non si organizzano più convegni sulle BZD da molti anni, soprattutto non si organizzano convegni sul misuso delle BZD, nonostante sia un problema molto sentito dagli operatori sanitari; inoltre il convegno, gratuito, non è sponsorizzato da nessuna ditta farmaceutica, bensì dalle donazioni dei pazienti disintossicati dalle BZD.

Come da programma, saranno presenti al convegno alcuni tra i maggiori esperti europei.
Non mi resta che auspicare di incontrarvi il 18 ottobre a Verona.

Il responsabile scientifico
Fabio Lugoboni, resp. UO di Medicina delle Dipendenze, Policlinico “GB Rossi” di Verona