Problema: i comportamenti a rischio contribuiscono alle principali cause di morbilità e di mortalità tra i giovani e gli adulti. Ne deriva che nell’interesse individuale e collettivo dovrebbero essere sorvegliati e contenuti negli effetti.

E’ basilare disporre dei dati per potere sapere davvero cosa si debba prevenire. Nel nostro paese i dati sono scarsi: bisogna usare quelli di paesi che ne dispongono per avere almeno una stima. Negli Stati Uniti esiste il Behavior Surveillance Youth Risk System (YRBSS) che controlla sei categorie di priorità per il rischio della salute.

Nel periodo settembre 2012 – dicembre 2013, i comportamenti considerati sono:
1) i comportamenti che contribuiscono a lesioni involontarie e violenze;
2) l’uso del tabacco;
3) l’uso di alcol e di altre droghe;
4) i comportamenti sessuali che contribuiscono a gravidanze indesiderate e a malattie sessualmente trasmissibili compreso il virus dell’HIV;
5) i disturbi alimentari,
6) l’inattività fisica.
Inoltre vengono controllate l’obesità e l’asma.

La massa di dati raccolti è enorme: ne esce un panorama molto istruttivo non solo per chi opera nei servizi sanitari ma per tutti coloro che sono interessati alla prevenzione: insegnanti e genitori in primis.

Molti giovani e studenti delle scuole superiori hanno comportamenti a rischio; essi sono associati con le principali cause di morte tra le persone di età compresa tra 10-24 anni.

Anche solo prendendo in esame un periodo di tempo breve, l’ultimo mese, il 34,9% aveva bevuto alcol, e il 23,4% aveva usato marijuana prime di guidare l’auto. Il 14,8% è stato vittima di bullismo per via elettronica, il 19,6% è stato vittima di bullismo all’interno della scuola, e l’8,0% aveva tentato il suicidio.

Relativamente alle condotte a rischio sessuale quasi la metà (46,8%) degli studenti non aveva mai avuto rapporti sessuali, il 34,0% aveva avuto rapporti sessuali durante i tre mesi precedenti l’indagine e il 15,0% aveva avuto rapporti sessuali con quattro o più persone. Tra gli studenti sessualmente attivi, il 59,1% aveva usato il profilattico durante l’ultimo rapporto sessuale, gli altri no.

La prevalenza dei comportamenti a rischio varia a seconda del sesso, etnia, età e residenza.

Nel tempo si sono verificati cambiamenti significativi. Ad esempio sembra che si stiano riducendo il ricorso alla violenza e l’uso di sigarette; ma la prevalenza di altri comportamenti non è cambiata: ad esempio, i tentativi di suicidio, l’uso di marijuana, l’abuso alcolico o di farmaci. Altri sono cresciuti: ad esempio, il rifiuto di andare a scuola a causa dei problemi legati all’obesità e al sovrappeso.

Pare evidente che serve un’azione di sanità pubblica volta a diminuire i comportamenti a rischio e a migliorare la salute tra i giovani.