Giovani Che Rischiano La Vita. Capire E Trattare I Comportamenti A Rischio Negli Adolescenti
Umberto Nizzoli, Claudio Colli (a cura di)
McGraw-Hill, Milano, 2004, Collana di Psicologia
Presentazione di Eugenio Borgna

Recensione a cura di Chiara Covri, psicologa del Centro di Documentazione del Sert di Reggio Emilia

I comportamenti a rischio degli adolescenti preoccupano, e talvolta a ragione, gli adulti. Consumo di sostanze psicotrope, violenza verso l’altro e azioni vandaliche, atti autolesivi (cutting, suicidio, disturbi del comportamento alimentare,…), comportamenti sessuali a rischio, dipendenze da sensazioni forti, da rituali solitari o gruppali, da giochi, dalle nuove tecnologie, dalle mode. I genitori, gli insegnanti, gli educatori, gli operatori dei servizi per adolescenti talora si spaventano: temono, più di tutto, che l’adolescente oltrepassi il punto di non ritorno e che quella che poteva essere una ragazzata senza conseguenze diventi improvvisamente tragedia, un evento reso indimenticabile da strascichi drammatici. La guida in stato di ebbrezza potrebbe diventare incidente, morte, paralisi; l’aggregazione in qualche banda giovanile potrebbe esitare in azioni antisociali, magari con risvolti penali; i comportamenti autolesivi e il consumo di sostanze potrebbero essere, prima o poi, letali. La reazione degli adulti è spesso repressiva o talvolta di rassegnato lassismo: nel primo caso, prevalgono la paura e la rabbia per il fatto di veder infranti i valori e le regole dei quali gli adulti si sentono portatori, nel secondo caso il sentimento di impotenza e il doloroso vissuto di aver fallito irreparabilmente al proprio compito di educatori.

Il libro raccoglie molti contributi di specialisti italiani e stranieri che, con acume clinico e rigore metodologico derivati da solide esperienze sul campo, analizzano le interconnessioni tra i comportamenti a rischio degli adolescenti e il contesto familiare, sociale e culturale, le molteplici forme ed espressioni che questi comportamenti assumono, le possibili reazioni e le risposte dell’ambiente in termini di prevenzione e di intervento.

Quel che più colpisce e affascina del testo è la molteplicità delle sfaccettature acutamente esaminate, come a testimoniare, nella forma e nel contenuto, la complessità del tema e l’importanza di evitare letture semplicistiche e soluzioni univoche. L’adolescente non vuole sentirsi delle etichette appiccicate addosso, odia le definizioni, ci detesta quando ci atteggiamo a “grilli parlanti” e semplifichiamo le sue incertezze e le sue domande sul senso dell’esistenza; ha bisogno di sperimentarsi e di sentire di avere davanti a sé tutte le possibilità, per lui non c’è niente di scontato, nulla è ovvio o già definito, tutto è possibile. Questo libro ci aiuta a sintonizzarci sui suoi bisogni di agire, di mettersi alla prova, di provare sensazioni, di testare abilità e limiti; ci riconosce anche, come adulti, la legittimità di preoccuparci in certi casi estremi, ma ancor più ci richiama alla nostra responsabilità di occuparci, ossia di avere attenzione e prenderci cura, dei comportamenti a rischio degli adolescenti, evitando sia l’interventismo sia la trascuratezza. Per prenderci cura abbiamo bisogno di essere ben radicati: dobbiamo conoscere i fattori di rischio, avere delle cornici teoriche e dei modelli di riferimento, addentrarci nella cultura giovanile, riflettere sull’organizzazione dei servizi per gli adolescenti e sui progetti di prevenzione a loro rivolti, conoscere la fenomenologia del consumo di sostanze, del bullismo, del suicidio, dei disturbi del comportamento alimentare, dei comportamenti sessuali a rischio, interrogarci sul peso che hanno variabili quali l’appartenenza a minoranze etniche e l’orientamento sessuale. Il libro ci aiuta nel nostro compito di “radicamento”, ma ci sollecita anche a mettere in gioco le nostre esperienze e la nostra creatività per trovare nuove strade e nuovi stili di dialogo con l’adolescente.