Un caro amico, Ardvisson sociologo danese, ha messo in luce che i comportamenti dei giovani tendono ad assomigliarsi superando distinzioni di nazione, classe sociale, etnia e religione e dando vita a tribù identificabili. Ebbene un comportamento molto diffuso è il Binge Drinking: il bere smodato. Succede in America, succede in Inghilterra e succede da noi in Italia. Solo che noi abbiamo meno dati da riferire. Il fenomeno sta diventando un’emergenza nazionale. In Inghilterra è stato rilevato un incremento degli accessi al pronto soccorso per intossicazione acuta da alcol in soggetti di età minorile. Molti casi si riferiscono a ragazzini anche sotto gli 11 anni.

Non si tratta di uso cronico di alcool, che ha tutta una serie di altre problematiche e che non è molto diffuso tra i ragazzi. Sono rari infatti i ragazzi etilisti. Ma quelli che vogliono e si fanno un’intossicazione acuta da alcol sono tanti, è il fenomeno del binge drinking. Si parla di binge drinking quando si bevono dalle cinque unità alcoliche in sù fuori pasto ed in poco tempo, meno di due ore. È lo stile di vita dello sballo tipico dei fine settimana.

I pochi numeri di cui disponiamo sono comunque impressionanti. Tra i ragazzi minorenni che vanno ai pronto soccorso per intossicazione acuta, uno su quattro ha meno di 13 anni.

Queste abitudini sono un problema sociale per le risse, gli abusi e gli incidenti che provocano ma anche sanitario per le conseguenze immediate ed a distanza che possono generare. Infatti le patologie alcol correlate sono tra le principali cause di malattia. Queste condotte rappresentano però una grande sfida educativa ai genitori alle famiglie ed agli educatori tutti. Avere voglia e bisogno di “andare fuori” a tutti i costi è un segnale di mancata realizzazione del benessere personale. Dei ragazzi e di chi sta loro intorno.