Umberto Nizzoli, psicologo clinico e psicoterapeuta reggiano, riflette sulla genitorialità negli anni 2000 cogliendo in modo provocatorio temi dibattuti in un congresso dell’Associazione europea di psicopatologia dell’infanzia e dell’adolescenza. Nizzoli è un componente del direttivo.

 In un panorama come l’attuale di declinazioni complesse della genitorialità con percorsi faticosi e non di rado deludenti verso la procreazione, per esempio nell’ambito di vari tipi di gravidanza medicalmente assistita, molte volte avere un bambino è un obiettivo che si pone piuttosto in là nella vita. Anche per questo, diverse persone prendono un cagnolino o un altro animale da accudire. I motivi dello scimmiottamento di genitorialità possono affondare nelle condizioni economiche e nella precarietà del lavoro che non consente di contare sul reddito sicuro e sufficiente a costruire una famiglia.

Le condizioni di mancato inserimento sociale e lavorativo mantengono per periodi sempre più lunghi i giovani nelle famiglie originarie dove non sembrano crescere mai. Allora, avere un cagnolino può rappresentare una motivazione in più per sdoganarsi da una situazione di dipendenza a volte umiliante. In coppia si può gestire il cagnolino, condividere la passione per lui senza tuttavia l’impegno e la fatica di allevare un bambino vero. Temendo per di più una fragile stabilità di coppia in un’epoca nella quale  la frantumazione del rapporto è cosa così comune, il timore che l’eventuale divorzio inneschi una lotta senza quartiere per l’affido del figlio può favorire ulteriormente la scelta di un animale domestico. L’affido in tal caso si rivelerebbe soluzione molto più semplice. Il prolungarsi dei tempi di formazione della coppia comporta anche difficoltà a generare. Si verificano, col crescere dell’età, sterilità acquisite e, rispetto a pratiche di inseminazione assistita o di adozione, può accadere che si privilegi la scelta di fare il genitore di un cagnolino fedele, scodinzolante e morbido. Il cagnolino corrisponde allo stile di vita della modernità, caratterizzata da un inevitabile tasso di stress elevato che genera situazioni ansiose, di stampo depressivo, molte volte acute e spesso a tendenza cronica. L’amico fedele a quattro zampe diventa un metodo per modulare il proprio precario equilibrio emotivo. Peraltro, i cagnolini ed altri animali sono sempre più considerati un ausilio importante nella riabilitazione da parte di fisiatri, psichiatri, psicologi impegnati a trattare fobie, disturbi neuro-cognitivi, depressioni, patologie dello spettro autistico.

                                                                                               Umberto Nizzoli