Natura e cultura; l’epigenetica

La conoscenza del mondo ha un incredibile sviluppo. Se pensiamo a quanto sapevamo una trentina di anni fa e lo confrontiamo con l’oggi vediamo cambiamenti straordinari, nei campi della fisica dell’universo o delle micro particelle, nella psicologia e nelle neuroscienze si può dire che sono cambiati un po’ anche i fondamenti.  Tra essi va segnalato l’epigentica. Si tratta di un concetto nuovo e sostanzialmente rivoluzionario nel campo della psicologia e della salute mentale. La ricerca sull'epigenetica sta

rivelando che i nostri geni possono effettivamente attivarsi o disattivarsi in risposta a ciò che accade nella nostra vita e al modo in cui il nostro ambiente ci influenza. Le nostre relazioni sono decisive sull’attivazione o il silenzia mento di parti del nostro codice genetico!

Questa comprensione ha finalmente messo a tacere l'annoso dibattito tra natura e cultura. Almeno in ambito scientifico, perché negli anni sono stato subissato dalla domanda, è causa della genetica? Ed ancor più spesso, ma è più importante il corredo genetico o quel che facciamo? I tanti che si e mi interrogavano volevano sapere se quel che siamo, o quel che fa il partner o il figlio o la figlia, è determinato dal corredo genetico o dalle esperienze di vita.  

Di chi è la colpa, ecco cosa chiedono costoro. La mia famiglia?, quella del mio partner, l’altra parte?, la educazione di casa nostra? o cos’altro?

Bene, spesso come risposta mi limito a ripetere la domanda che il grande Donald Hebb poneva a chi gli faceva domande simili: nel rettangolo è più importante la base o l’altezza?

Ora però possiamo fare un ulteriore passo. L'epigenetica chiarisce che natura e cultura, genetica e socializzazione lavorano in tandem per avere un impatto sia sulla salute fisica che su quella mentale.

Questa conoscenza implica una attenzione ancora maggiore a come vengono cresciuti i nostri figli e con quali relazioni ci confrontiamo quotidianamente.

La questione diventa cruciale avendo attenzione a quanti vivono esperienze negative e traumatiche. L’esperienza di trauma è, purtroppo, molto comune. Si reputa che la grande maggioranza della popolazione ne soffra almeno uno durante il periodo dello sviluppo; mentre molti ne soffrono più di quattro ed alcuni li sperimentino per un periodo intero della vita infantile o adolescenziale, cioè durante il periodo della vita in cui l’albero cerebrale sta ancora sviluppandosi. Si pensi a quei bambini vittime di storie di odio tra ex coniugi e alle situazioni di violenza di cui costoro sono capaci. L’argomento è (sarebbe se ci fossero governanti e istituzioni che mettessero davvero il loro potere per proteggere la crescita dei minori) noto da tempo. L’OMS assiema al CDC ne ha fatto oggetto di un piano di prevenzione già dal 2015, il progetto INSPIRE.

Adesso i risultati di un nuovo studio pubblicato su Frontiers in Psychiatry illuminano ulteriormente l'impatto significativo del trauma infantile sui rischi per la salute. I danni non riguardano solo i momenti immediati successivi all’episodio traumatico con le urla, i pianti, le teste sbattute sui muri, le mutilazioni, le ferite; i danni si propagano. Non solo nei mesi successivi con i cali del rendimento, l’agitazione, le paure le fobie le contro-aggressioni, i dolori muscolari, alla testa i conati, gli stati depressivi. I danni si propagano anche da adulti. In particolare gli adulti che furono esposti a traumi in epoca di sviluppo hanno più elevata prevalenza di disturbi mentali tra cui PTSD, depressione, disturbo bipolare e disturbo da uso di sostanze o di alcol, di suicidio. Per intenderci il rischio individuale di PTSD o depressione è aumentato del 47% mentre il rischio di tentare il suicidio è aumentato del 33%.

In che modo le esperienze dell'infanzia hanno un impatto fisiologico su di noi? Tutte le esperienza di trauma hanno effetti negativi e soprattutto quanto devono essere forti queste esperienze per attivare e disattivare i nostri geni?

La maggior parte di noi può ricordare un incidente infelice o stressante o drammatico della infanzia, ma è molto diverso dall'esperienza di traumi e stress cronici. Il trauma e il disturbo da stress post-traumatico sono classificati come semplici o complessi. Il trauma semplice è in genere correlato a un evento specifico e significativo, come un disastro naturale o un incidente automobilistico. Il trauma complesso è cronico e pervasivo, ed è questo tipo di stress continuo che ha un impatto sugli individui sia fisicamente che psicologicamente per il resto della loro vita. Quando i bambini crescono in un ambiente in cui sono regolarmente esposti a ciò che percepiscono come una minaccia, il loro sistema nervoso è perennemente in uno stato di lotta-fuga-o-congelamento.

Il trauma complesso è di lunga durata e pervasivo. Pervasivo, cioè che può intaccare ogni aspetto della persona, fisico, psichico, relazionale.