Di sicuro qualcuno penserà ancora un articolo sulla marijuana? Non se ne è già scritto abbastanza? non si è già detto tutto?

Invece no, ce n'è ancora bisogno. Per una serie di motivi: la ricerca scientifica

avanza, bisogna quindi di aggiornare ciò che si sa, poi perché in un mondo iper-connesso la comunicazione è continua e di tutti gli argomenti si parla continuamente tutte le volte che si può. Partirei dalla lettera aperta recentemente scritta ai genitori da Nora Volkow, direttrice del NIDA e scienziata di livello internazionale forse la maggiore autorità in campo di neuroscienze della dipendenza da sostanze.

Volkow scrive partendo dai risultati della indagine annuale che viene condotta negli Stati Uniti sull'abuso di droghe. Da notare che in altri paesi, tipo gli USA si effettuano rigorose ricerche epidemiologiche mentre da noi scarseggiano.

I dati dimostrano che nonostante il consumo di sigarette di tabacco sia praticamente crollato rimanendo attraente poco più che per le sole ragazze, il consumo giornaliero di marijuana non cala.

Quando arrivano al diploma superiore il 45% dei giovani ha sperimentato marijuana almeno una volta e il 7 % ne fa uso giornaliero. La legalizzazione da parte di molti stati sembra aver fatto evaporare la resistenza al consumo. Ciò è tanto più incredibile in quanto le conoscenze scientifiche hanno messo in luce con maggiore chiarezza il danno grave che può dare un uso regolare di marijuana; iniziato negli anni della adolescenza può impattare negativamente su tutti gli aspetti del funzionamento mentale e biologico oltre che sullo stato di benessere della persona per il suo futuro.

Il giusto riconoscimento del valore terapeutico per specifiche condizioni della marijuana ha creato una grandissima confusione e reso molto difficile un ragionamento pacato e concreto.

Molti giovani iniziano il consumo di marijuana per curiosità o per la pressione dei pari o anche per il desiderio di sentirsi stimati dagli amici, farsi “una canna” può fare apparire più grande e più forte più sicuro di se'.

Tutti quelli che hanno già cominciato a fumare tabacco o usare alcol o hanno disagi o disturbi mentali e del comportamento sotto soglia, vivono uno stato depressivo o ansioso o hanno sperimentato un trauma hanno un rischio maggiore di consumare marijuana.

Per alcuni il consumo è un modo per far fronte all’ansia, alla rabbia, alla depressione, la noia.

Il risultato però non è mai positivo. Non risolvono mai un problema, semplicemente lo addormentano, lo allontano.

Bisogna anche ricordare che avere genitori che abusano di alcol o di medicine e soprattutto avere un fratello o una sorella di maggiore età che consuma alcol o droghe è un fattore di rischio molto importante.

Non è di sicuro facile cercare una soluzione a tutte le pressioni che arrivano da tante fonti, dai media e dalla tv, dai ricchi e dai famosi. Nonostante ciò i genitori hanno una forte influenza che deve essere utilizzata. Logico che i genitori vadano aiutati e soprattutto formati in modo che possano parlare in modo concreto e credibile con i propri figli.

Guardiamo allora i fatti.

La marijuana crea dipendenza? la ricerca dimostra che circa il 30% di coloro i quali ne fanno uso frequente diventa tossicodipendente. La marijuana rende pericoloso guidare.

Il consumo di marijuana provoca un riduzione delle capacità produttive, sul lavoro e nello studio.

Più raramente può tuttavia creare storie di malattia mentale che durano nel tempo e anche tutta la vita. Il consumatore diventa allora un paziente psichiatrico. Effetti sulla mente e su corpo e sul comportamento sono numerosi, si va da una riduzione delle capacità di apprendimento alla riduzione dei tempi di attenzione crea problemi di memoria, distorsione delle percezioni, riduce il coordinamento motorio, aumenta il passo cardiaco, crea una condizione di ansietà e può anche dare vita a psicosi.

Questo nel breve, ma anche nel lungo periodo.

Non tutte le persone subiscono alla stessa maniera. Questo criterio vale per tutte le condotte: c'è chi fuma e anche molto sigarette al giorno senza avere nessuna conseguenza sull’apparato respiratorio o cardiaco ma si sa quanti sono i tumori generati dal tabacco. 

Le conseguenze sono più gravi quanto più è alto il tasso di principio attivo, il THC.

Una parte di consumatori di marijuana diventa poi consumatrice anche di altre droghe.

Come per tutte le droghe la marijuana può causare i sintomi della astinenza.

Milioni sono le persone in trattamento perché dipendenti da marijuana.

Allora è bene prevenire; ma anche qui attenzione: ci sono tecniche di prevenzione che funzionano a fianco di molte altre che non servono a niente.

Però ci sono elementi comuni alle buone pratiche di prevenzione: se si sa parlare in un modo adeguato, semplice, chiaro, onesto, cioè senza paura, infingimenti, ipocrisie e giudizi stereotipi, si riesce a contrastare il profumo di marijuana.

Saperlo è un grande aiuto a tutta la famiglia e per tutta la società ed è una protezione per lo sviluppo della vita dei ragazzi delle nostre strade. Facciamolo e ne saremo soddisfatti. Per questo ho scritto ancora una volta di marijuana.