Solo la coesione sociale può dare la speranza di arginare la sindemia

 

Da quando l'ha lanciata Richard Horton direttore di The Lancet nel novembre 2020, la parola sindemia è diventata comune. Ma esattamente sindemia che cosa significa?

Mi è capitato di farne oggetto di alcune lezioni.

Nelle intenzioni di Horton sindemia vuol dire tenere in conto l'interazione fra COVID-19 altre malattie non trasmissibili e condizioni socioeconomiche e ambientali.

Ma vediamo il problema per gradi.

In questi ultimi tre anni è successo qualche cosa di enorme che ha determinato una situazione precedentemente inimmaginabile.

Sono esplosi problemi che esistevano già prima; sono cresciuti talmente tanto da far diventare il nostro mondo praticamente un ospedale a cielo aperto.

Prendiamo qualche esempio.

Se facciamo base l'inizio degli anni '90 lo stato della salute mentale della popolazione generale si è progressivamente deteriorato. Usando i criteri nosografici prevalenti si stima che ben oltre un miliardo di persone abbia seri problemi psichici e/o relazionali; lo si ricava dagli studi internazionali sul peso globale delle malattie.

Se si rimane nel nostro paese e si confronta l'inizio del 2015 con la fine del 2019, cioè giusto pprima della esplosione della pandemia, vi era stato un aumento del 2 e mezzo per cento delle domande di aiuto ai servizi di salute mentale da parte delle persone evidentemente afflitte da disturbi emotivi o relazionali.

Nello stesso periodo tuttavia le risorse disponibili erano calate in maniera significativa, circa l'1,5% in meno. Il che fa un peggioramento di circa il 4%. Dopo di che è arrivata la pandemia!

In più si è creata la circostanza per cui non si trova personale specialistico in grado di poter affrontare disturbi severi. Le cause sono molteplici, dal funzionamento dell'università, alle programmazioni sbagliate. Ma tutte quante hanno una radice comune, un debito pubblico pesantissimo che determina una scarsità di fondi al sistema sanitario pubblico. Nonostante ciò, o meglio anche a causa di ciò, la povertà si è largamente ingrandita creando delle diseguaglianze di dimensioni stratosferiche. L'immigrazione è un ulteriore ambito di povertà e di problematicità.

La salute mentale, e la malattia mentalee, si sviluppano nei contesti. Si tenga conto quindi anche del mondo virtuale e la continua connessione che le persone hanno; ciò ha modificato radicalmente le modalità dello stare assieme, le capacità di intendere il significato delle parole e delle interazioni, creando epidemie di dipendenza da internet e mettendo in discussione anche i livelli cognitivi delle stesse persone. Si stima che sia avvenuta una riduzione delle qualità cognitive dell'ordine del 5%.

Da un anno è scoppiata la guerra che dilania il continente europeo e crea enormi problemi sociali sanitari ed economici, creando barriere tra persone che provengono da culture che meriterebbero invece di essere messe, tutte, in valore.

Nell'ultimo periodo è cresciuto enormemente la richiesta di rispetto delle diversità: si pensi che grandi istituzioni scientifiche internazionali hanno istituito divisioni centrate su “diversity and inclusion” che si occupano delle minoranze etniche o sociali. Il che ha portato a una fantasmagoria di bisogni che si diversificano e che complicano perciò la possibilità di dare risposte che possono essere sia qualificate che eque. 

Tutto ciò è sospeso di fronte al progressivo peggioramento delle condizioni della natura sia per gli effetti indotti dall'attività umana sia perché la natura ha una sua vitalità. Siamo di fronte a problemi epocali che vanno sotto al tema del “climate change” che esporranno le persone e in particolare le più vulnerabili, tra le altre persone con obesità ipertensione diabete a delle circostanze critiche dal punto di vista sanitario.

Questa situazione al limite dell'esplosione porta alla frantumazione e alla polarizzazione delle posizioni con una crescente difficoltà a trovare processi integrativi che possono fare sintesi tra le differenze.

Si aggiunga che c'è una notevole senso di fatica provocato da questo periodo pesantissimo che va sotto il termine di Burnout che colpisce tra l'altro buoa parte gli operatori della salute.

Ebbene la pandemia da Covid-19 ha reso drammatica la lista di problematiche suddette già di per sé di difficilissima soluzione aggravandole con tutti i problemi correlati, alle morti, ai drammi, ai lutti, alle paure, alle fatiche della gestione delle situazioni sanitarie.

Bene quando non si è in presenza di una pandemia ma si è in presenza di una situazione composta da una serie di pandemie che si rinforzano, se così si può dire, aggravandosi a vicenda, beh allora si è in presenza di una sindemia.

Sindemia significa la compresenza e gli effetti negativi sulle persone e sulla società prodotte dalla relazione tra pandemia e altre malattie non trasmissibili e condizioni socioeconomiche e ambientali.

Come tutte le realtà umane, la sindemia colpisce in maniera differenziata le persone. Ad esempio si è visto che chi può godere di supporti sociali positivi, cioè chi ha affettivamente vicine altre persone in maniera significativa, chi ha una famiglia unita o amicizie vere attenua i danni da pandemia e da sindemia. Chi invece vive in condizioni di maggiore isolamento perché le sue condizioni cliniche o le sue condizioni sociali gli hanno bruciato le relazioni, è più esposto agli effetti della sindemia: le malattie da cui può venire colpito si presentano in forma più grave.

Tutti pagano le conseguenze della sindemia: è un problema grave per i governi, per le comunità, per le famiglie, per le persone, ma alcune persone e alcuni gruppi sociali sono più esposti di altri.

Ovviamente pagano un prezzo più alto quelli che sono stati colpiti direttamente dal Covid e ne hanno subito gli effetti a distanza, poi chi non è stato infettato ma ha avuto persone care che ne sono state colpite e sono decedute.

I giovani che hanno subito il lockdown, specie e soprattutto i ragazzi e le ragazze figli e figlie unici che hanno dovuto vivere per settimane e settimane in situazioni totalmente anomale per le loro condizioni psico-biologiche .

Chi aveva un disturbo mentale precedente o chi aveva un disturbo del comportamento precedente si è aggravato.

Chi vive nelle famiglie più povere, i disoccupati, i senza casa. O chi vive in famiglia multi problematica o nelle famiglie nelle quali circola la violenza e quindi vi è l'abuso nei confronti delle fasce più deboli, gli anziani, le donne e soprattutto i bambini.

Hanno pagato di più coloro i quali hanno dovuto fare da caregiver per dei familiari che sono diventati bisognosi di assistenza e che si sono trasformati da partner in assistiti.

Ha pagato tutto il personale sanitario, i medici, gli altri professionisti, specie quelli delle emergenze urgenze e della salute mentale; costoro hanno subito un carico di stress pesantissimo.

Ma in che termini le persone hanno pagato le conseguenze di quest'epoca di sindemia? E' un'epoca che va sotto i paradigmi della volatilità dell'incertezza della complessità e dell'ambiguità come ha chiarito la APA, l'american psychological association .

Le ricerche parlano chiaro: vi è stato un aumento delle condizioni di stress negativo, premessa di possibili pervasivi danni fisici e/o mentali; lo stress tossico può creare veri e propri danni alle architetture cerebrali in particolare delle menti più giovani ancora in formazione .

I disturbi del sonno sono diventati endemici, sono fortemente aumentate le crisi d'ansia o gli stati depressivi o i disturbi col cibo con radicali restrizioni seguite da importanti e travolgenti abbuffate .

È aumentato il consumo di droghe, è aumentato il consumo di analgesici facendo diventare le morti da oppiacei antidolorifici una delle emergenze dell'attualità. 

È aumentato l'abuso di alcol, l'uso di droghe illecite, si sono diffuse in maniera più importante i comportamenti di autolesione, le idee suicidali e i veri e propri tentativi di suicidio e i suicidi.

Come dicevo il mondo sembra un ospedale a cielo aperto.

Per affrontare la sindemia occorre ripensare il paradigma culturale della medicina e non solo l'organizzazione della sanità.

Lo scientismo in medicina con l'esplosione della complessità è quanto di più anacronistico si possa immaginare.

Di fronte a un alto tasso di complessità con poli-patologie e altre condizioni di vulnerabilità l'evidenza scientifica può essere fallace ingannevole e addirittura pericolosa.

Per cercare di fronteggiare questa marea di problemi c'è bisogno di diffondere le conoscenze di fare circolare testimonianze educative, serve sviluppare la coesione sociale, la partecipazione che può nascere solo dal basso nei territori locali. C'è bisogno di pedagogia sociale al rispetto e alla convivenza. Il ruolo della scuola è cruciale. Servono soggetti autorevoli e credibili che sappiano parlare a popolazioni scosse e impaurite dalla sindemia. Il ruolo della Chiesa e delle religioni è gigantesco.