Prevenire l’obesità infantile può generare problemi di eccessivo esercizio fisico
Da qualche tempo vi è grande attenzione ai temi dell’obesità, specie quella dei bambini. Molti interventi hanno l’obiettivo di sensibilizzare i genitori e di attivare le scuole per ridurne la diffusione. D’altronde l’obesità è un problema enorme per gli individui che ne sono affetti ma, forse soprattutto, per la collettività.
Eppure mai niente è semplice e, riferendosi alla condizione umana, quasi sempre esistono contraddizioni. Ed è così anche relativamente rispetto ad iniziative meritorie come quelle di prevenzione dell’obesità infantile. Comprendere le contraddizioni è fondamentale per tutti coloro, pediatri piuttosto che insegnanti e genitori, che si stanno impegnando per contenere la pandemia di obesità che sta colpendo i paesi del vecchio e del nuovo mondo. A proposito ricorda che paesi come il Messico hanno un tasso di obesi come nessun altro e che in Cina ormai vi sono più obesi che negli Stati Uniti.
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Quando si sospetta il maltrattamento sui minori – Parte A
L’abuso ed il maltrattamento ai minori sono temi importanti spesso però trattati in maniera inappropriata. A volte si esagera gridando all’abuso in situazioni che invece non lo sono. Altre volte si evita di rivelarlo; si cerca di non volerne prendere visione. Spesso chi lo subisce sente un freddo interiore, si spegne la voglia di vivere e si annichilisce seppellendo sotto strati di vergogna l’umiliazione subita. L’abuso è una condizione difficile, che fa soffrire molto. Soffre anche chi non ne è direttamente toccato. Soffrono senza saperne le ragioni quelli che vivono attorno alla vittima che possono vedere drammaticamente penalizzate le loro relazioni; soffrono quelli che sanno e non possono o non vogliono dirlo. Quante sono le madri o i padri consapevoli dell’abuso subito dal loro figliolo e trascinano il segreto come fosse la peggiore delle calamità che potevano capitare a loro.
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Bullismo. La scuola può limitarsi a chiamare la polizia?
Ancora una volta le cronache di questi giorni si riempiono delle gesta di bulli che per di più agiscono in gruppo. La scuola è spesso teatro delle loro bravate: minacciano e picchiano compagni colpevoli di attraversare la loro strada o anche insegnanti che si oppongono alle loro incursioni.
Per evitare di limitarsi a dare addosso la croce a queste sgangherate persone che sono i bulli ed inquadrare meglio il fenomeno bisogna ricordare che una delle caratteristiche più evidenti del mondo in cui viviamo è la violenza. Violenza nel modo di parlare e di rapportarsi agli altri, violenza che si riversa sulle cose e sulle persone, nei luoghi di incontro e nelle famiglie. Per questo è giusto lottare contro ogni forma di violenza ed insegnare il rispetto. Respect, dice una, speriamo, seguita iniziativa negli stadi. Ma c’è da temere che essa abbia effetti limitati.
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Bambini e Smartphone – parte A
Stiamo vivendo un’epoca di straordinari cambiamenti. La rivoluzione tecnologica e delle comunicazioni, oltre ai cambiamenti dei mercati della finanza e del lavoro, provocano radicali mutazioni degli stili di vita individuali e di gruppo. Nessuno è preparato alle nuove emergenze. Stiamo vivendo un’epoca di apprendimenti in tutti i campi: imparare ad essere genitori oggi, a stabilire relazioni significative, a rispettare l’ambiente, a riorganizzare la vita, a crescere.
Dobbiamo re-imparare a vivere se vogliamo rispettare l’ambiente, se vogliamo fare scelte economicamente sobrie e sagge, rispettare il consumo di energie, mangiare in modo sobrio, allevare i figli in questo trasformato panorama, ma anche imparare in epoca di internet, usare i nuovi media. Sembra che non si sappia più fare niente: tutto o quasi, va ripensato.
Bambini e Smartphone – parte B
I genitori e gli educatori in epoca di internet devono imparare ad usare i nuovi media.
Oggi i bambini fin dalla più tenera età sono molto attratti dalle nuove tecnologie, sono nativi digitali: il linguaggio informatico è una loro lingua materna. Al giorno d’oggi, è quasi impossibile impedire ai bambini di usare queste nuove tecnologie, ma attenzione affinché non ne abusino.
I genitori spesso non ci sanno fare e lasciano i loro bambini “insieme” a queste moderne baby-sitter. Il ragazzino allora abbandona altre attività sportive o scolastiche. Può ritirarsi e chiudersi fino a sviluppare una dipendenza.
Anoressia: un modo per sparire – parte A
Premessa. Scrivo al femminile perché la storia ha finora visto principalmente delle anoressiche femmine. Ma le cose stanno cambiando ed i maschi sono sempre di più. Quindi un’avvertenza: si legga il femminile di questi articoli contemporaneamente al maschile ed al femminile.
L’anoressia e’ un crocevia di tensioni e di contraddizioni. Ed è densa di mistero. Sembra una sfida in cui la persona vince, anzi domina. Domina il corpo, le sue pulsioni, i bisogni più comuni e profondi.
Sentire, e soffrire, duramente la fame offre il destro per sentirsi più potenti. Dominare la fame da’ la vertigine del supremo potere, nulla può essermi imposto se neppure la fame più dolorosa mi piega. Ci si sente esaltati da questa lotta: più la fame cresce e morde e più ci si sente forti.
Anoressia: un modo per sparire – parte B
Sull’anoressia c’è una grande curiosità. A certuni spaventa ma a molti intriga capire come mai certe persone arrivino a diventare così magre facendosi così tanto male. Esplorare il male è un modo per comprendere ciò che accade agli umani. I libri su questo tema fioriscono ovunque: fanno bella mostra anche nei bookshop delle stazioni. Autrici, forti della loro esperienza, raccontano come diventarono anoressiche e come poterono uscirne. Mi è capitato per le mani uno di questi un po’ diverso dagli altri: è scritto dalla Osgood e vuole essere una messa in guardia del lettore.
Disastri e tragedie
I media riportano con grande enfasi le tragedie che si stanno susseguendo con un ritmo che toglie il respiro . Una striscia di sangue e di distruzione si diffonde come un blob nel pianeta.
Quando succede un disastro o una tragedia, tutti gli individui e le comunità sono stressati. Non ne sono colpite solo le persone direttamente coinvolte: anche quelli che vivono nei paesi e nelle città colpite sono coinvolti. Come in una cipolla si va dallo strato interno fino a quelli più esterni. Anche chi abita distante chilometri è toccato dalle tragedie. Ci si identifica e le si sente vicine; si agitano paure indicibili e ci si può sentire scossi nelle fondamenta. Quando caddero le torri un brivido di paura scosse anche noi italiani. La morte di Loris nel ragusano ha angosciato tanti italiani. Un aereo che sparisce, un traghetto che cola a picco, un’alluvione che travolge una cittadina, un terremoto, una ragazzina assassinata sono disastri che colpiscono un po’ tutti. Ognuno reagisce secondo la sua personalità e la sua storia, ma è praticamente impossibile esserne immuni fosse anche solo per mantenere il controllo. La mente non può non registrare episodi tanto cruenti. Le tragedie sono fonte di stress di comunità, oltre che per le vittime ed i loro parenti.
Anoressia: un modo per sparire – parte C
Già dai titoli i libri delle ex anoressiche cercano di colpire. Naturalmente ogni libro che cerca di catturare l’attenzione del pubblico usa alcune enfasi e trasmette euforia per certi comportamenti dovuti alla dipendenza; deve risultare attraente almeno quando lo scrittore sta discutendo certi picchi maniacali o la dedizione diabolica con i suoi spasmi. Mi riprometto di portare il lettore dentro alla formazione di questi spasmi mentali, nel craving una prossima volta. Ma c’è una differenza: nessuno vuole essere un alcolizzato, nessuno vuole diventare un giorno un partecipante alle riunioni dei vari (Alcolisti, Narcotici, Obesi, Gambler, ecc ecc) Anonimi. Invece le anoressiche traggono piacere dalla vertigine della malattia. Anche quando vorrebbero tenere lontane dalla malattia il pubblico. Osgood ha chiamato il suo libro, come sparire. Una terrificante traccia per desiderosi del mistero.
Stalking, cosa è
Ogni giorno le persone sono sottoposte ad un bombardamento mediatico. Si susseguono notizie e contro-notizie, informazioni e contro-informazioni, derive e depistaggi, stimoli enormi che formano circuiti in cui orientarsi può diventare molto difficile e confondersi invece, molto facile.
La ricchezza comunicativa anziché trasformarsi in pane per il nutrimento della mente, può finire col confonderla, disorientarla. Troppi sono gli stimoli che la mente dovrebbe integrare; può faticare a farlo. Chi ha un po’ di sensibilità ma pochi strumenti integrativi allora è bene che si fermi, che cerchi di riprendere le fila del discorso per non finire vittima della babele che lo circonda.
Le odierne adolescenze
L’adolescenza è da sempre un’epoca di straordinari cambiamenti. Riguardano tanto la persona adolescente quanto il nucleo familiare cui appartiene.
È noto quanto l’adolescente viva in tale periodo un insieme integrato di cambiamenti riferiti non solo ad un prima (l’infanzia) e ad un dopo (l’età matura), ma anche a un dentro (l’individuo) e ad un fuori (l’ambiente sia micro che macro che lo circonda): i cambiamenti avvengono a livello biologico, in particolare somatico ed ormonale, intrapsichico, intellettuale, emotivo, relazionale e spirituale.
“Gabbie” mentali: I pensieri ossessivi, le difese e le abitudini
Accade che la nostra mente sia invasa da pensieri che non ci piacciono; eppure sono così forti che si impongono. Stanno lì, nella mente e finiscono col disturbare ed anche di molto la vita quotidiana. Ci sono persone che faticano a distaccarsi da idee e pensieri che li tormentano. Ne sono ossessionati: possono sentirsi talmente a disagio se non si sottomettono a quei pensieri ed a quelle idee da non riuscire a sottrarvisi nonostante loro stessi, casomai in momenti più rilassati, li riconoscano come strani, persino assurdi. Quei pensieri disturbanti diventano occupanti della mente con grande danno alla libertà personale. Idee e pensieri difficili da mettere a tacere. Ma per questo scopo esistono tutta una serie di tecniche che sono finalizzate a sedare quei tormenti.
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Esercizio fisico eccessivo
Ad ogni piè sospinto vedo proposte per migliorare il corpo. Che dico migliorare? Trasformare, farlo diventare totalmente diverso, un altro me in un corpo modellato come neanche la natura potrebbe. Modelli affascinanti di linee che forse non si hanno mai avute, neppure da giovani. È una fiera delle illusioni che vede folle di persone comperare sogni. Sogni di un sé che si vorrebbe, che si soffre di non avere, che si sa di non avere ma che diventa difficile riconoscere di non potere avere. Tra la lunga lista di offerte più o meno miracolose molte si riferiscono a come perdere peso e fare bei muscoli con attività da farsi a domicilio, a volte con poca fatica, dormendo.
Ovunque ci si gira, si vedono spot per programmi di casa che promettono trasformazioni del corpo.
La felicità è a rischio di provocare dipendenza? – Parte A
Avrete sicuramente sentito questa storia, in una forma o nell’altra:
non contano tanto i nomi, conta la trama. Facciamo ad esempio il caso del sig. B, diciamo un tipo di 66 anni: è un tossicodipendente da gioco. E lo è di grosse dimensioni: un “tossico duro” ma senza droga per le mani. E’ un drogato di gioco, ne ho incontrati tanti come lui. Gente che non si arresta davanti al baratro. Quando arrivano sono disperati, rovinati, portati quasi a forza da familiari altrettanto disperati. Sono storie che si ripetono, anche se chi le vive le crede uniche. La storia di B. accade in un paese lontano, la riporta Giappone Times; così ne posso parlare tranquillamente senza fare riferimento ad un locale, ma è molto simile a quelle storie che accadono da noi.
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Disastri e terrore
A Parigi è accaduto un attentato terroristico drammatico a chi irrideva del modello religioso islamico. Un enorme disastro provocato dalla mano dell’uomo. Uomini esaltati in preda ad una furia vendicativa hanno distrutto le vite di due decine di persone bersagliate perché ritenute colpevoli di lesa maestà al loro dio o perché si trovavano per caso sulla strada degli assassini.
L’enorme disastro ha colpito persone inermi la più parte delle quali precedentemente non avrebbe creduto possibile un evento del genere. E’ stata un’eruzione di esperienza traumatica che ha distrutto all’improvviso le loro vite ed ha gettato in un indicibile sconforto i loro cari colpiti da un lutto tragico, inaspettato, crudele.
Il cambio del clima
Il cambiamento climatico non è più una minaccia che incombe sulle nostre vite; non più un tema su cui discutono gli scienziati. E’ una realtà che sta colpendo le persone. Almeno così viene vissuta.
Vi sono effetti economici ed altri emotivi che si diffondono.
L’altro giorno al supermercato due persone quasi vengono alle mani per l’acquisto dell’ultimo refrigeratore di cui il magazzino ancora disponeva. La siccità prolungata brucia i parchi ed i campi. Nulla di più facile di un (forte) aumento dei prezzi dei generi alimentari.
Magia: prevenire l’uso di droga senza neanche parlarne
Non è una magia a tutti gli effetti, naturalmente, ma è la conseguenza del fatto che i problemi da uso di sostanze sono strettamente correlati ad altri problemi che spesso si sviluppano già in età più precoce, quando l’uso di sostanze non è ancora per niente all’ordine del giorno. La gente non ci pensa, non vede ancora la devastazione dovuta alla dipendenza. Solo molto più tardi quando i problemi ci saranno, e gravi, ripercorrendo la via per cui si è arrivati alla dipendenza si ripensa a quei segni che adesso sono chiaramente di allarme ma che allora non avevano prodotto alcuna reazione. Avrei dovuto accorgermene subito, è una delle frasi più ricorrenti che dicono i genitori di un giovane dipendente dall’uso di sostanze.
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Placebo
Oggi una risposta del tipo, questo è un farmaco vero mentre questo è solo un placebo non la si accetta più neppure da un infermiere. Tra i grandi italiani viventi il prof Benedetti è diventato famoso nel mondo con un libro che ha fatto scuola, Placebo edito dalla Oxford press università.
Mindfulness, una speranza per le persone con depressione.
La depressione non è solo la malattia mentale più comune, è anche una delle più Tenaci e dure da superare.
Fino all’80% per cento delle persone che soffrono di un episodio depressivo maggiore potrà avere una ricaduta. I farmaci possono perdere la loro efficacia nel tempo, se per caso avevano funzionato prima.
Ma un crescente corpo di ricerca punta a un intervento che sembra aiutare a prevenire le ricadute modificando i modelli di pensiero, senza peraltro dare effetti collaterali: la terapia cognitiva denominata Mindfulness, tecnicamente chiamata MBCT.
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Guarire non è facile. Le fasi del processo di recupero
Per l’ennesima volta giusto in questi giorni incontro una situazione di sofferenza psichica e relazionale in cui sia la madre che l’accompagnava che la figlia che chiedeva aiuto, esprimevano all’unisono una richiesta potente: dica cosa dobbiamo fare; ce lo dica chiaro, senza fronzoli o tentennamenti. Siamo abituate a sopportare situazioni difficili, mi dicono, quindi non si faccia scrupoli: ci detti cosa dobbiamo fare e lo faremo. L’attesa è di finirla con tutte quelle sofferenze: diamoci un taglio e subito.
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Il costo dell’Obesità
Dopo anni di fast-food e cibo-spazzatura sgranocchiato nelle orecchie degli altri spettatori di un cinema o di un teatro, l’aria sta decisamente cambiando. Uno studio recente ha messo in chiaro il problema del peso nei prossimi anni. Al solito lo studio è avvenuto negli Stati Uniti, su questo ormai abbiamo speso un sacco di parole per dire che ci vuole pazienza: loro i dati li hanno, noi non abbiamo vera ricerca e quando qualcuno parla di cose italiane, è sempre riferito a un modesto teatro di una scuola, di un gruppo sociale o di una piccola città. Pazienza. Ora è chiaro che il problema del peso si sta dimostrando un danno per l’economia molto più pesante di quanto si pensasse.
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