violenza ai minori: la speranza di porvi fine; OMS e CDC
La speranza di porre fine alla violenza ai minori
Umberto Nizzoli
Se ne parla poco, l’argomento sgomenta e suscita reazioni di comprensibile ripulsa emotiva. Ma la violenza all’infanzia è molto più di diffusa di quanto si sappia, ufficialmente. Ed è un fenomeno grave perché può contribuire a danneggiare in modo grave e permanente le opportunità di sviluppo della persona.
Accanto a situazioni che assurgono agli “onori” della cronaca per la loro brutalità ve ne sono tante altre più sommerse ma non per questo meno dannose. Il fenomeno sepolto nella paura e nella vergogna, è molto difficile da affrontare ed ancor prima da individuare. Per alcuni anni, 2001- 07, grazie a insistenti corsi di formazione e col contributo fondamentale dei medici dei pronto soccorso ospedalieri, dei pediatri e dei ginecologi oltre che dei servizi, ne ho pubblicato la consistenza nel reggiano. Poco meno del due percento dei minori dalla più tenera età fino ai diciotto anni subiva una qualche forma di violenza o di abuso.
Ora due tra le più autorevoli autorità scientifiche mondiali, l’OMS e il CDC pubblicano un manuale per sconfiggere questa piaga sociale. Sembra utopia, la violenza è radicata nelle relazioni umane. Ma la base del documento è assolutamente scientifica. Si nasce con una domanda di amore, ricevere maltrattamento dove ci si aspetterebbe accoglienza e protezione è molto confusivo.
La strategia identificata dalla OMS e dal CDC è complessa.
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sinestesia fenomeno strano ma non rarissimo
La sinestesia, un fenomeno strano ma non rarissimo Umberto Nizzoli Crescere per diventare lettori del mondo, di quel che accade e di quel che c’è. Ci sono forme e modi di essere strani, inusuali, ma non per questo meno umani. Alcuni hanno probabilmente già sentito parlare di sinestesia, o almeno delle sue forme più comuni come è il caso delle persone che vedono i colori quando sentono la musica. Ma la sinestesia è molto più varia di quanto le persone possano immaginare. Parole che sanno di caramelle all'arancia o di cioccolato. Musica che proietta colori brillanti e scintillanti. Numeri che accompagnano personalità e storie di vita piena. Queste sono tutte forme di sinestesia, la condizione neurologica in cui sensi come il gusto, il tatto, l'olfatto e la vista si collegano o addirittura si fondono. I resoconti storici delle persone con sinestesia risalgono a centinaia di anni fa. Ma è solo negli ultimi decenni che gli scienziati sono stati in grado di utilizzare l'imaging cerebrale
Cagnolino per legame affettivo
Umberto Nizzoli, psicologo clinico e psicoterapeuta reggiano, riflette sulla genitorialità negli anni 2000 cogliendo in modo provocatorio temi dibattuti in un congresso dell’Associazione europea di psicopatologia dell’infanzia e dell’adolescenza. Nizzoli è un componente del direttivo.
In un panorama come l’attuale di declinazioni complesse della genitorialità con percorsi faticosi e non di rado deludenti verso la procreazione, per esempio nell’ambito di vari tipi di gravidanza medicalmente assistita, molte volte avere un bambino è un obiettivo che si pone piuttosto in là nella vita. Anche per questo, diverse persone prendono un cagnolino o un altro animale da accudire. I motivi dello scimmiottamento di genitorialità possono affondare nelle condizioni economiche e nella precarietà del lavoro che non consente di contare sul reddito sicuro e sufficiente a costruire una famiglia.
Manuale “Scuola E Disturbi Del Comportamento Alimentare”
Manuale “Scuola E Disturbi Del Comportamento Alimentare”
A cura di Anna Saltini, Claudio Colli, Chiara Covri, Umberto Nizzoli
Azienda USL di Reggio Emilia 2004
Si tratta di un agevole e sintetico vademecum per gli insegnanti della scuola media superiore, incentrato sul tema attuale, e per genitori e insegnanti particolarmente perturbante, dei disturbi alimentari negli adolescenti.
Il manualetto è stato redatto all´interno di una ricerca – azione sui disturbi del comportamento alimentare in provincia di Reggio Emilia. Non ne riporta i dati e i risultati, tuttavia nasce dalla conoscenza diretta che nel corso della ricerca gli autori hanno acquisito della sensibilità e, al tempo stesso, dei sentimenti di impotenza che gli insegnanti provano quando un loro allievo o, più spesso, allieva soffre di anoressia nervosa o di bulimia nervosa. Il conflitto tra il desiderio di rendersi utili e il timore di peggiorare le cose se si interviene nel modo sbagliato è spesso così paralizzante, che l´insegnante può provare profondi sentimenti di inadeguatezza rispetto al proprio ruolo educativo, può decidere che il problema non lo riguarda, o farsene carico in modo coraggioso ma eccessivamente solitario ed isolato rispetto alla famiglia del ragazzo e ai colleghi, può pensare che in questa società educare gli adolescenti sia un compito impossibile e che tanto vale rinunciarci o, al contrario, che sia una necessità urgente ed assoluta ma delegata a pochi adulti volenterosi e un po´ temerari.
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Covid-19 stress e resilienza
Covid-19, stress e resilienza
Umberto Nizzoli
L'epidemia mondiale della malattia da COVID-19 per molte persone è fonte di stress e avversità inaspettati. La ripresa sembra energica, ma è bene imparare dall’esperienza senza fuggire via dal disastro che abbiamo subito. Capisco che la voglia di dimenticare è tanta, che il peso della pandemia è grande, ma bisogna crescere e non dimenticare. Mai.
Oggigiorno se ne parla molto, alcuni addirittura dicono di essere stufi di sentire la parola resilienza. In realtà la resilienza ci aiuta a superare le difficoltà. Ne abbiamo bisogno tutti e sempre.
La resilienza non è qualcosa con cui siamo nati: a partire dal nostro corredo genetico unico e individuale si è costruita nel tempo a seguito delle esperienze che abbiamo avuto interagendo prima con la mamma e poi con gli altri soggetti che abbiamo incontrato nella crescita. Possono essere stati incontri piacevoli o spiacevoli. Ecco perché tutti noi rispondiamo allo stress e alle avversità in modo diverso; è così anche con la pandemia di COVID-19.
Non solo vittime, contro la paura serve diventare protagonisti
La terra trema e gli espwerti sostengono che e scosse si protarranno a lungo.
Come far fronte alla paura dilagante?
leggi l’intervista del Prof. Umberto Nizzoli, sul quotidiano Il Resto del carlino del Carlino, di domenica 3 giugno:
Valutazione ed efficacia dei trattamenti dei disturbi del comportamento alimentare
Nizzoli Umberto, Valutazione ed efficacia dei trattamenti dei disturbi del comportamento alimentare, Piccin, Padova, 2004. Euro 15,00
Il testo tratta il tema spinoso, attuale e necessario della valutazione e dell’efficacia dei trattamenti nei disturbi del comportamento alimentare.
È un tema spinoso, perché la parola “valutazione” talvolta fa alzare muri difensivi in chi dirige e in chi opera. Chi ha il potere e la responsabilità vuole tenerli, e le valutazioni (di un’unità operativa, di un servizio, del sistema dei servizi) hanno sempre il sapore del cambiamento: ci vuole fiducia per credere che sarà un cambiamento migliorativo, o se non altro fertile e proficuo almeno in alcuni dei suoi aspetti; inoltre, interrogarsi sul funzionamento del proprio servizio, sui risultati prodotti, sull’efficacia del lavoro clinico svolto presuppone apertura e disponibilità alla critica e all’innovazione. La diffidenza, a questo punto, può essere altrettanto elevata nell’operatore, che talora vive la valutazione (del servizio, ma soprattutto dei metodi di intervento, dei piani di trattamento, degli esiti delle cure ai suoi pazienti) come un’intrusione nella quotidianità di un lavoro clinico magari consolidato da lunga e appassionata esperienza; valutazione significa compilazione di moduli, somministrazione di strumenti psicometrici ai pazienti, ma ancor più accettare l’idea, spesso indigesta per un clinico, che la complessità, la creatività e lo stile personale dei suoi interventi psicoterapeutici siano passibili non tanto di giudizio e di revisione, perché questo avviene (e deve avvenire!) nel confronto con i colleghi, nelle supervisioni e nella formazione, quanto di una misurazione. La valutazione va di pari passo, e presuppone, programmazione e misurazione: il lavoro clinico e l’organizzazione / funzionamento del servizio saranno tradotti in dati, percentuali, rispondenza o non rispondenza a degli indicatori, analisi dei dati, che saranno utilizzati per programmare il futuro, decidere circa l’allocazione delle risorse, rimodulare le prestazioni, gli interventi, l’organizzazione del servizio e le relazioni con gli altri servizi ed agenzie.
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Giovani Che Rischiano La Vita. Capire E Trattare I Comportamenti A Rischio Negli Adolescenti
Giovani Che Rischiano La Vita. Capire E Trattare I Comportamenti A Rischio Negli Adolescenti
Umberto Nizzoli, Claudio Colli (a cura di)
McGraw-Hill, Milano, 2004, Collana di Psicologia
Presentazione di Eugenio Borgna
Recensione a cura di Chiara Covri, psicologa del Centro di Documentazione del Sert di Reggio Emilia
I comportamenti a rischio degli adolescenti preoccupano, e talvolta a ragione, gli adulti. Consumo di sostanze psicotrope, violenza verso l’altro e azioni vandaliche, atti autolesivi (cutting, suicidio, disturbi del comportamento alimentare,…), comportamenti sessuali a rischio, dipendenze da sensazioni forti, da rituali solitari o gruppali, da giochi, dalle nuove tecnologie, dalle mode. I genitori, gli insegnanti, gli educatori, gli operatori dei servizi per adolescenti talora si spaventano: temono, più di tutto, che l’adolescente oltrepassi il punto di non ritorno e che quella che poteva essere una ragazzata senza conseguenze diventi improvvisamente tragedia, un evento reso indimenticabile da strascichi drammatici. La guida in stato di ebbrezza potrebbe diventare incidente, morte, paralisi; l’aggregazione in qualche banda giovanile potrebbe esitare in azioni antisociali, magari con risvolti penali; i comportamenti autolesivi e il consumo di sostanze potrebbero essere, prima o poi, letali. La reazione degli adulti è spesso repressiva o talvolta di rassegnato lassismo: nel primo caso, prevalgono la paura e la rabbia per il fatto di veder infranti i valori e le regole dei quali gli adulti si sentono portatori, nel secondo caso il sentimento di impotenza e il doloroso vissuto di aver fallito irreparabilmente al proprio compito di educatori.
Steering Group: La Violenza E L’abuso In Famiglia Ed Ai Minori Da Parte Di Genitori Alcoldipendenti E/O Tossicodipendenti
PROGETTI ENCARE
Umberto Nizzoli (Redatto col contributo di Roberta Barozzi)
Il progetto europeo CHALVI (Family violence and substance misuse with special attention to a child’s perspective) di cui l’AUSL di Reggio Emilia è Partner associato e Responsabile del Sotto-Progetto di Valutazione e di Impatto, è diretto dalla A-Clinic di Helsinki. Essoprevede tra i suoi obiettivi la revisione e costruzione di buone pratiche a livello europeo. Il Gruppo di coordinamento ha finora repertoriato e discusso trenta documenti, relativi a Linee-guida / Indirizzi di Buone Pratiche sul tema della protezione dei bambini figli di genitori alcoldipendenti/tossicodipendenti e violenti con il proprio nucleo famigliare.
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Creazione Delle Malattie Mentali?
Nizzoli
riportiamo l’intervento (integrale!) di Umberto Nizzoli pubblicato nell’edizione del 24/07/07 del giornale “Il Carlino”
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Oggi giorno c’è sempre più la voglia di risolvere le questioni complesse con delle soluzioni lapidarie, possibilmente definitive; un po’ ciò è dovuto dal crescere della complessità e della fatica che si deve fare per muoversi all’interno. Allora l’idea di risolvere il tutto col machete viene, è comprensibile, ma è sbagliato.
Ma partiamo dal fondo della dichiarazione del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, laddove si raccomanda di informarsi attentamente e di non accettare “facili diagnosi psichiatriche”. Viene da dire, evviva! Infatti il modo suggerito va esattamente nel senso della visione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, quando chiama a rompere le cosiddette a-simmetrie cognitive (nell’incontro fra il medico ed il paziente c’è uno che sa, il medico, e l’altro che si adegua, il paziente) per puntare ad un mondo in cui il cittadino è pienamente informato e sa fare le sue scelte sulla base delle sue preferenze in piena consapevolezza discutendone alla pari col suo medico.
Oggi!
Non ti fare trarre in inganno! Ma chi segue i dibattiti che si fanno tramite web ha invece l’impressione di assistere ad una grande confusione portata avanti con una consistente virulenza. Chissà quali notizie circolano adesso che mi stai leggendo!
La sensazione di rincorrere questioni che sfuggono, volano via, è forte. Molto, se non tutto, appare vano. Sì, perché i discorsi si rincorrono ripartendo sempre da zero, come se nessuno o nulla avesse mai costruito qualcosa di serio e di basato su solide conoscenze e nulla fosse rimasto. E’ così da parte dei politici tesi ogni volta a fare credere di avere trovato, finalmente verrebbe da dirsi!, la soluzione al problema dei consumi di sostanze. E’ così per i media che continuano imperterriti a cercare lo scoop: adesso si occupano di un deputato che frequenta ambienti in cui festini sessuali si coniugano con la cocaina. Ma è così anche tra i professionisti, così travolti dall’urgenza da non riuscire ad avere “basi sufficientemente sicure”, si direbbe alla Winnicot.
Farmaci Troppo Semplici
Ogni giorno il sistema anti-spam della mia azienda, l’AUSL di Reggio Emilia, mi evita di leggere un centinaio di pagine web che propongono l’acquisto di medicine: mille grazie, mi fa guadagnare tempo.
Però la questione è che la mancanza di regole sulla vendita di prodotti farmaceutici online sta mettendo la gente a rischio. C’è chi si è preoccupato di fare una ricerca su oltre 3.000, sì, dico tremila, siti web che vendono medicine e ha scoperto che ce n’è di improbabili, di superate e di falsificate: più della metà non salvaguarda in alcun modo il cliente. Bisognerebbe trovare un modo, introdurre un marchio (?), per aiutare i consumatori ad identificare i siti sicuri. Si badi che i siti seri, che pure esistono e che non vanno condannati sono pochissimi, i ricercatori ne hanno trovati meno di una decina! Tanti altri, migliaia, vendono farmaci a prezzi così bassi che fa pensare a falsi.
“Disturbi dell’Alimentazione e Abuso di sostanze”, a cura di Umberto Nizzoli
Di “Disturbi dell’Alimentazione e Abuso di sostanze”, a cura di Umberto Nizzoli, si può ben dire che si tratta di un libro agile e nello stesso tempo molto denso; in 192 pagine si trattano tutti gli aspetti delle relazioni reciproche tra i disturbi dell’alimentazione (Anoressia, Bulimia e Binge Eating, quel devastante comportamento di assunzione smodata ed incontrollata di cibo), i disturbi di personalità e l’uso di sostanze stupefacenti legali e illegali (alcol, cocaina, amfetamine in primis).
Pochi temi sono più discussi e trattati di quello della “doppia diagnosi”. Di solito però essa è vista a partire dai problemi che incontrano i Sert e le Comunità Terapeutiche nell’assistere le persone con disturbi mentali concomitanti. In “Disturbi dell’Alimentazione e Abuso di sostanze” si affronta la “doppia diagnosi” da un’angolatura più innovativa: i disturbi dell’alimentazione.
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Abuso E Violenza In Famiglia Dove Ci Sono Genitori Alcolisti O Tossicodipendenti
L’Ausl di Reggio sta facendo un grande sforzo per fronteggiare un problema tra i più delicati dell’epoca attuale: la violenza che può scatenarsi in famiglia quando uno o entrambi i genitori sono alcolisti o tossicodipendenti. La AUSL DI REGGIO è impegnata sul fronte della prevenzione e del trattamento di tutti i tipi di abuso e di violenza contro i bambini, i giovani e le donne e nella protezione dei gruppi a rischio; in particolare da qualche tempo viene data molta attenzione ai rischi che si verificano allorché in famiglia c’è alcol o droghe.
L’AUSL di Reggio Emilia, infatti, è attivamente coinvolta in tre progetti europei approvati e sostenuti dalla Commissione Europea
Per favorirne la diffusione l’AUSL di Reggio Emilia ha costituito un Comitato locale.
Chalvi, Tavim e Chapap’s sono i nomi dei tre progetti che si occupano rispettivamente della prevenzione, del trattamento e della costruzione di una rete socio-sanitaria competente per l’abuso e la violenza connesse al consumo di alcol o di droghe. L’abuso e la violenza nelle famiglie correlate alle sostanze è un tema molto complesso, difficile da gestire e trasversale a differenti servizi sociali e sanitari: per le tossicodipendenze, per l’alcolismo, per i minori e per le famiglie e tutto il sistema ad essi collegato. Il gruppo di lavoro racchiude al suo interno pediatri, medici di famiglia, emergenze-urgenze e pediatrie degli ospedali, Sert, Comunità terapeutiche, Servizi Sociali dei Comuni; tuttavia, si sente l’esigenza di creare un legame più forte con il mondo educativo e con le scuole di ogni ordine e grado.
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Abuso Ai Minori: Basi – Cenni
La prevenzione e la cura dell’abuso ai minori.
L’abuso spesso non è una diagnosi, ma una situazione o un evento (o una serie) traumatici i cui esiti clinici non sono inevitabili (Resilienza) né prevedibili (Bausermann 1998).
Interagendo con i fattori protettivi e con quelli a rischio (dello specifico caso in esame) e con le caratteristiche individuali del minore può determinare diversi disturbi psicopatologici (..)
Convegno Lasciarsi Morire Di Fame Ingozzandosi Di Niente
intervento tenuto il 23 ottobre 2007 alle Magistrali “M.di Canossa” di Reggio Emilia dal Professor Umberto Nizzoli (tratto direttamente dalla registrazione della conferenza)
I termini del problema
Auspico che questa sera si possa fare una riflessione, una camminata, un pic-colo percorso di salute, di comprensione e di avvicinamento al dolore ed alla soffe-renza che colpiscono molte ragazze ed anche qualche ragazzo. Perché ci porti poi ad avere maggiore sicurezza interna cioè maggiore possibilità di decodificare e in qualche modo quindi comprendere e accogliere che cosa succede nella mente e nel comportamento di un numero purtroppo rilevante di giovani che vivono nelle nostre scuole. Giovani, ma non solo. Anche chi non è più tanto giovane può essere interes-sato perché i problemi di cui ci occupiamo insorgono più frequentemente nell’adolescenza e nella prima giovinezza, ma in alcuni casi hanno anche degli esor-di più tardivi, emergono anche in gioventù centrale, verso i 30-32 anni.
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Violenza Domestica E Abuso Di Sostanze: Il Ruolo Del Networking Internazionale Nella Prevenzione
I genitori alcoldipendenti/tossicodipendenti non sono necessariamente abusanti, così come esistono genitori abusanti che non fanno uso di sostanze psicoattive. Tuttavia la concomitanza dei due problemi comporta un fattore di rischio elevato per il minore: la violenza all’interno dei legami affettivi più significativi, come quelli familiari, può essere aggravata dal consumo di sostanze psicoattive illegali o legali come l’alcol, contribuendo a creare un ambiente disfunzionale, denso di conflitti ed inadatto ad uno sviluppo armonioso. Il rischio è duplice: da un lato, il bambino può essere la vittima diretta o il testimone della violenza correlata alle sostanze; dall’altro, l’abuso subito, e spesso in queste circostanze per periodi tutt’altro che brevi, in età infantile, nelle sue diverse forme, è uno dei principali fattori che aumenta il rischio di psicopatologia nell’adolescente e nell’adulto, comprendendo con questo termine anche la dipendenza da sostanze psicoattive: numerose ricerche internazionali evidenziano questa correlazione. La prevenzione di tali fenomeni e la protezione di soggetti vulnerabili, come lo sono di solito le donne e soprattutto i bambini, è l’obiettivo principale del progetto CHALVI, Family violence and substance misuse with special attention to a child’s perspective, promosso dalla rete ENCARE (European Network for Children Affected by Risky Environments with the family), approvato e finanziato dalla Commissione Europea, di cui l’AUSL di Reggio Emilia è Partner associato e Responsabile del Sotto-Progetto Valutazione e Impatto. Tale obiettivo viene perseguito agendo sulle diverse categorie di professionisti che si trovano a contatto con i bambini e le loro famiglie, attraverso attività volte a sviluppare la consapevolezza del problema, migliorare la capacità di identificazione delle situazioni a rischio, creare reti di supporto per le famiglie e i bambini, creare reti di professionisti che possano costituire una fonte di conoscenza e buone pratiche. Il progetto, avviato nel marzo 2006, ha la durata di due anni. La direzione del progetto ed il coordinamento del gruppo di lavoro internazionale avvengono a cura dalla A-Clinic Foundation di Helsinki, l’organizzazione leader in Finlandia per la prevenzione e il trattamento delle dipendenze patologiche e membro di Encare.
GAMBLING: Il gioco d’azzardo patologico
Il Gambling rappresenta un fenomeno che coinvolge fattori sociali, culturali ed economici che può arrivare ad assumere in certe circostanze tutte le caratteristiche di un disturbo psichico clinicamente diagnosticabile…
QUANDO COMPARE IL PROBLEMA
Il gioco d’azzardo (gambling) rappresenta un fenomeno multidimensionale che coinvolge tutti i fattori sociali, culturali ed economici della persona e dei suoi gruppi sociali che può arrivare ad assumere in certe circostanze tutte le caratteristiche di un disturbo psichico clinicamente diagnosticabile.
Riconoscimento e Contrasto della Violenza in Famiglia
Durante il periodo 19-22 novembre a Reggio Emilia si sono riuniti i Gruppi di studio europei che gestiscono con il supporto della Commissione Europea i Progetti Chalvi (Family violence and substance misuse with special attention to a child’s perspective) e Tavim (Help for Men with Alcohol and Violence Problems) sviluppati dal network europeo ENCARE, European Network for Children Affected by Risky Environments with the family. Il giorno 23 si è poi svolto con grande affluenza di operatori il convegno internazionale: L’ABUSO E LA VIOLENZA IN FAMIGLIA CORRELATE ALL’USO DI SOSTANZE LEGALI E ILLEGALI: LEGGERE, CAPIRE E CONTRASTARE IL FENOMENO.
Nella giornata del 20 Novembre Giornata dedicata alla Protezione dei Bambini è stato approvato un documento finalizzato a sviluppare una politica di prevenzione e protezione dall’abuso e dalla violenza domestica alcol e droghe correlate, La Carta di Reggio: Riconoscimento e contrasto della violenza in famiglia correlata al consumo di alcol e droghe.
Essa si rivolge ai Governi nazionale e regionali, ai Sindaci, alle Amministrazioni locali, agli eletti Assemblee elettive, alle Direzioni delle Aziende Sanitarie, ai Dirigenti dei Servizi sociali e sanitari affinché diano il massimo impulso alla protezione dai danni dovuti alla violenza alcol e droghe correlata.
Umberto Nizzoli (Responsabile Progetto Prevenzione e Cura dell’Abuso ai Minori AUSL di Reggio Emilia)
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RICONOSCIMENTO E CONTRASTO DELLA VIOLENZA IN FAMIGLIA
CORRELATA AL CONSUMO DI ALCOL E DROGHE
La Carta di Reggio Emilia
Premesse
Tenuto conto della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, con particolare attenzione ai seguenti articoli:
Articolo 19: Gli Stati parti adottano ogni misura legislativa, amministrativa, sociale ed educativa per tutelare il fanciullo contro ogni forma di violenza, di oltraggio o di brutalità fisiche o mentali, di abbandono o di negligenza, di maltrattamenti o di sfruttamento, compresa la violenza sessuale, per tutto il tempo in cui è affidato all’uno o all’altro, o a entrambi, i genitori, al suo tutore legale (o tutori legali), oppure a ogni altra persona che abbia il suo affidamento.
Articolo 33: Gli Stati parti adottano ogni adeguata misura, comprese misure legislative, amministrative, sociali ed educative per proteggere i fanciulli contro l’uso illecito di stupefacenti e di sostanze psicotrope, così come definite dalle Convenzioni internazionali pertinenti e per impedire che siano utilizzati fanciulli per la produzione e il traffico illecito di queste sostanze.
Articolo 34: Gli Stati parti si impegnano a proteggere il fanciullo contro ogni forma di sfruttamento sessuale e di violenza sessuale.
Sottolineato che gli obiettivi di una comunità competente possono essere così richiamati:
– favorire l’empowerment individuale e sociale
– favorire la coesione sociale, attraverso il potenziamento di fattori di resilienza individuali e sociali che consentano di creare legami interpersonali efficaci
– tutelare i gruppi più esposti ed a rischio, in particolare i bambini e le donne
– aumentare la capacità di intercettazione precoce dei fenomeni di disagio derivanti da esperienze di violenza ed abuso
– fornire interventi appropriati e scientificamente validi
Si prende atto che:
– Una vasta mole di ricerca scientifica e di letteratura internazionale evidenzia che la violenza intrafamiliare subita o assistita dai minori può produrre danni allo sviluppo psicofisico del minore, sia a breve sia a lungo termine al punto che rappresenta il principale fattore di rischio evolutivo.
– I figli di genitori consumatori di sostanze con particolare riferimento al consumo di alcol hanno una probabilità di circa tre volte superiore di diventare a loro volta consumatori di sostanze.
– I due fenomeni (consumo di sostanze e violenza intrafamiliare) sono facilmente correlati: ricerche internazionali evidenziano che il 50% degli uomini con problemi alcolcorrelati è violento verso la partner, e che il 70% delle donne con problemi alcolcorrelati dichiara di aver subito violenza domestica (Chase et al. 2003, Down set. Al. 1998, Schumacher et al. 2003). In generale, gli uomini violenti sotto l’effetto di alcol rappresentano non soltanto un esteso sottogruppo di perpetratori di violenza domestica, ma le violenze commesse da loro sono di solito anche più severe (Breclin 2002, Graham 2004, ecc). In queste famiglie vivono anche bambini che subiscono direttamente o indirettamente l’effetto della violenza correlata all’uso di sostanze.
– Ricerche attendibili stimano in circa un milione i minori che vivono in famiglie in cui ci si ubriaca o si consumano droghe.
– La violenza domestica e i problemi alcolcorrelati rappresentano due grandi fattori di rischio evolutivo per i minori.
Si ritiene pertanto necessario:
– porre tra le priorità di politica sociale e sanitaria la protezione dei minori e delle donne dall’abuso fisico, psicologico o sessuale ed in particolare dagli effetti violenti alcol e droghe correlati;
– dare corso ad una forte presenza di attività di sensibilizzazione e di formazione rivolte agli operatori di tutti i servizi sociali, sanitari e di prossimità;
– intercettare il più precocemente possibile ed affrontare in modo appropriato il fenomeno della violenza intrafamiliare verso i bambini e le donne, specificatamente quando si interseca con il consumo di alcol, cocaina e altre sostanze psicoattive.
Si sollecitano le seguenti azioni:
– collaborazione tra istituzioni pubbliche e del privato sociale, magistratura, forze dell’ordine, associazioni, servizi sociali, servizi sanitari, strutture ospedaliere, medici e pediatri di famiglia, servizi per le dipendenze patologiche, servizi di salute mentale e di neuropsichiatria infantile, con la creazione di specifici tavoli di coordinamento e di monitoraggio del fenomeno che definiscano gli obiettivi generali e specifici nonché le linee di indirizzo nazionali, regionali, provinciali e distrettuali;
– costruzione di team specialistiche multidisciplinari che permettano di affrontare le situazioni di abuso intrafamiliare in modo tempestivo e a 360 gradi, con l’impiego di risorse e competenze provenienti dalla diverse discipline;
– formazione congiunta e aggiornamento continuo, al passo con i dati emergenti dalla ricerca scientifica e dalla letteratura;
– diffusione di una cultura basata sull’empowerment individuale e di comunità, sullo sviluppo dei fattori di resilienza, sulla sensibilizzazione della popolazione e dell’opinione pubblica, anche attraverso i mass media;
– sviluppo della ricerca scientifica, allo scopo di raccogliere dati, monitorare il fenomeno, valutare l’impatto degli interventi, individuare le nuove aree di bisogno e trovare nuove strategie di fronteggiamento;
– costruzione e mantenimento di network nazionali e internazionali che permettano di aprirsi ad esperienze diverse e di trarne valido supporto e aiuto;
– sensibilizzazione degli amministratori e dei decisori politici, allo scopo di promuovere una legislazione che maggiormente tuteli e protegga il bambino e la donna anche nell’ambiente familiare.
Sottoscritto da ENCARE Chalvi e Tavim Gruppi esperti europei
Reggio Emilia 20.11.2007
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